Riforma delle Autorità Portuali, scatta l’ora

Riforma delle Autorità Portuali, scatta l’ora
di Alessio PIGNATELLI
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Domenica 24 Luglio 2016, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 16:40
La tanto agognata, dibattuta e auspicata riforma delle Autorità Portuali è ormai in dirittura d’arrivo. Probabilmente venerdì prossimo approderà in Consiglio dei Ministri.
Il grande sostenitore è il ministro Graziano Delrio. Una procedura che punta allo snellimento burocratico e alla semplificazione. Si passerà dai 24 attuali ai prossimi 15 centri di comando. Si chiameranno Autorità di Sistema Portuali e ci saranno diverse modifiche allo status quo disciplinato da una legge vecchia ormai ventidue anni. Peccato che nel frattempo abbiano messo la freccia porti come quello greco del Pireo o quelli del Nord Africa o Spagna.
 
Sullo schema del decreto legislativo sono arrivati i pareri della Commissione VIII del Senato, relatore il senatore Filippi e della Commissione IX della Camera, relatore l’onorevole Tullo.
A esprimersi favorevolmente è stata dapprima l’ottava Commissione Lavori pubblici, comunicazioni del Senato. La premessa è che «tra i principi e i criteri previsti ci sono la riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina con particolare riferimento al numero, all'individuazione di Autorità di sistemanonché alla governance». Parallelamente alla concentrazione delle competenze, con il provvedimento in esame si intendono «introdurre elementi di semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi allo svolgimento delle attività portuali, attraverso l'implementazione dello “Sportello unico doganale e dei controlli” per tutti gli adempimenti amministrativi relativi alle merci, il rafforzamento della valenza del piano regolatore di sistema portuale, la semplificazione della struttura organizzativa e decisionale delle Autorità di Sistema Portuale». Importante il parere della Commissione che ritiene ampiamente condivisibili «le linee generali della suddetta riforma: deve pertanto procedersi sollecitamente alla loro attuazione, anche per dare finalmente risposta alle istanze provenienti dai vari soggetti pubblici e privati del cluster marittimo-portuale, superando la situazione di frammentazione, debolezza e incertezza che ha finora contrassegnato il settore». È necessario favorire la costituzione «in tempi rapidi delle nuove Autorità e la nomina dei rispettivi presidenti, per porre fine alle gestioni commissariali che interessano numerosi scali nazionali ripristinando così, nel breve termine, le condizioni di pieno funzionamento operativo».

Al di là di alcune condizioni tecniche, il parere è favorevole. Come quello della nona Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera: «La realtà portuale italiana, per ragioni geografiche, storiche ed economiche, si presenta assai articolata e diversificata; pertanto, una riforma che intenda rilanciare in modo adeguato il settore della portualità nazionale deve porsi necessariamente come obiettivo la creazione di “un sistema di sistemi portuali”, al fine di contemperare, da un lato, l’obiettivo di garantire una comune cornice normativa e regolatoria e un unico indirizzo strategico in materia e, dall’altro, l’esigenza di non soffocare ma di esaltare le vocazioni dei singoli scali e dei territori nei quali essi si inseriscono, al fine di rendere il sistema realmente competitivo rispetto alla concorrenza internazionale».
In pratica il messaggio delle Commissioni è chiaro: al di là delle diatribe di cortile, il mondo intanto corre.
A.Pig.
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