Soldi e cene per non fare multe: arrestati due sovrintendenti
della polizia provinciale

Soldi e cene per non fare multe: arrestati due sovrintendenti della polizia provinciale
di Nazareno DINOI
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Giovedì 25 Agosto 2016, 12:52 - Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 10:08
Banconote nel libretto di circolazione, pesce, olio, frutta e ricevimenti per la cresima della figlia. Bastava pagare, insomma, per garantirsi l’immunità ed evitare multe e procedimenti penali.
I presunti garanti dell’illecito, secondo la Procura della Repubblica jonica che li ha fatti arrestare, erano due sovrintendenti della Polizia provinciale di Taranto, Antonio Marinelli, di 42 anni, nato a Taranto ma residente a San Giorgio Jonico e Antonio Carrieri, tarantino di nascita ma abitante a Carosino.
Ieri mattina i carabinieri della compagnia di Manduria che hanno condotto le indagini, si sono presentati nei domicili dei due agenti, dove resteranno in custodia cautelare, con la notifica dell’arresto firmato dal gip Patrizia Todisco su rischiesta del pubblico ministero Maurizio Carbone. I reati contestati sono quelli di induzione indebita a dare e promettere utilità e truffa aggravata.
I carabinieri che li tenevano d’occhio sin dal 2003, hanno raccolto un ricco dossier che li riguarda. Tutto ha avuto inizio nell’estate del 2013 quando i due agenti in servizio sulla provinciale all’altezza di Pulsano fermarono per un controllo un autocarro condotto da un uomo privo di patente di circolazione tipo C.

Il conducente, che evidentemente conosceva il sistema, consegnò ai poliziotti la carta di circolazione con dentro una banconota da cinquanta euro. Furono sufficienti a convincere i due a lasciarlo andare. Quell’episodio arrivò agli investigatori jonici che cominciarono ad interessarsi delle attività dei due sovrintendenti, mentre la procura aprì nei loro confronti un fascicolo affidato al pm Carbone.
L’attività investigativa condotta anche con intercettazioni e con la collaborazione della polizia locale di Martina Franca e di altri comuni, ha fatto emergere un meccanismo collaudato.
Un meccanismo che permetteva ai due indagati di beneficiare di danaro ed altri favori in cambio di omissioni su reati certi e di varia natura.

In un caso registrato nella città della Valle d’Itria, ad esempio, si è scoperto quale poteva essere il prezzo per chiudere gli occhi su un abuso di natura edilizia.
Durante un controllo in un cantiere edile in agro di Martina Franca, dove erano in corso lavori di ristrutturazione di un immobile in assenza di licenza edilizia, i due avrebbero indotto il proprietario, titolare di un ristorante del luogo, a organizzare gratuitamente nella propria sala ricevimenti il pranzo per il festeggiamento del battesimo della figlia di uno dei due agenti infedeli. Questo in cambio della mancata contestazione dell’abuso edilizio.
In un’altra circostanza i due pubblici ufficiali avrebbero ricevuto dal proprietario di un immobile abusivo la somma di mille euro suddivisa in due buste.

Lo stesso meccanismo avrebbe permesso ai due poliziotti di fare la spesa gratis come nel caso di una pescheria del litorale jonico dove con la minaccia di un’ispezione con esiti sicuramente sfavorevoli, avrebbero indotto il proprietario a consegnare un ingente quantitativo di pesce fresco.
E così per la frutta, l'olio ed altri alimenti.
Nell’inchiesta, denominata «easy money», sono indagati a piede libero altri due sovrintendenti della Polizia provinciale, il tarantino Fabio Gentile di 33 anni e il 52enne crispianese Pietro Marzolla, accusati di truffa aggravata per aver timbrato il cartellino di servizio mentre effettuavano attività di svago e comunque private. È stata chiesta la loro sospensione: ora dovranno essere interrogati.
L’interrogatorio di garanzia dei due arrestati, invece, è fissato per lunedì prossimo.






 
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