Ilva: udienza gup; difesa Archinà respinge accuse

Ilva: udienza gup; difesa Archinà respinge accuse
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Martedì 16 Febbraio 2016, 14:16 - Ultimo aggiornamento: 16:30
Ha nuovamente respinto le accuse di corruzione nei confronti del suo assistito l'avvocato Giandomenico Caiazza, che ha parlato oggi nel corso dell'udienza legata all'inchiesta sull'Ilva Ambiente svenduto, davanti al gup di Taranto Anna De Simone, in difesa di Girolamo Archina', l'ex responsabile delle relazioni istituzionali dell'Ilva.

Il legale si è soffermato anche sull'episodio del 26 marzo 2010, quando Archinà incontro' il consulente della Procura tarantina Lorenzo Liberti in una stazione di servizio dell'autostrada Taranto-Bari, ad Acquaviva delle Fonti (Bari) e secondo il teorema accusatorio gli consegno' una busta contenente 10mila euro in contanti allo scopo di falsificare il contenuto di una consulenza tecnica sulle emissioni di diossina dallo stabilimento Ilva che gli era stata affidata.
Secondo Caiazza, che ha confermato quanto gia' sostenuto in passato, in quell'incontro in autostrada ripreso dalle telecamere dell'autogrill, Archinà aveva con sé solo dei documenti in quanto i 10mila euro fatti prelevare dalle casse dell'Ilva sarebbero stati donati alla Curia arcivescovile di Taranto. Hanno discusso anche gli avvocati Pasquale Lisco per Marco Andelmi, ex capo area parchi dello stabilimento, e il funzionario regionale Pierfrancesco Palmisano e l'avv. Massimiliano Madio per Angelo Veste (componente dello staff della Provincia di Taranto che risponde di favoreggiamento). Sono 47 gli imputati: 44 persone fisiche (ex dirigenti Ilva, politici, imprenditori e funzionari ministeriali e regionali) e tre societa' (Ilva spa, Riva Fire e Riva Forni elettrici).

L'ex presidente della Provincia Florido chiede modifica imputazioni. Nell'ambito dell'udienza preliminare legata all'inchiesta per il presunto disastro ambientale provocato dall'Ilva chiamata 'Ambiente svenduto', oggi hanno parlato gli avvocati Carlo e Claudio Petrone per conto dell'ex presidente della provincia di Taranto Gianni Florido. I legali hanno insistito nella richiesta di rinviare gli atti alla procura o, in subordine, di affidarsi alla decisione del gup per la riformulazione dei capi di imputazione. Florido, che fu raggiunto da misura cautelare il 15 maggio del 2013, risponde di un tentativo di concussione (ai danni del dirigente della Provincia Luigi Romandini) e di una concussione che sarebbe stata consumata (ai danni del dirigente Ignazio Morrone) con l'intenzione di indurre i due ad assumere un atteggiamento di generale favore nei confronti dell'Ilva e in particolare a sottoscrivere la determina di autorizzazione all'esercizio della discarica per rifiuti speciali in area 'Mater Gratiae'. Secondo gli avvocati Petrone non c'e' corrispondenza tra i fatto e la fattispecie dei reati contestati. E' stato ricordato che la consulenza di parte ha rilevato un errore di trascrizione del colloquio durante il quale Morrone avrebbe detto "ripeto, non ho problemi a firmare", una frase che per la pubblica accusa rappresenta appunto la consumazione della concussione. Secondo la consulenza Morrone dice soltanto pero' "ripeto non ho problemi". "E' chiaro - scrivono i due periti - che non si ascolta alcuna altra parola".