Nautica, manca la firma dei ministeri sul decreto: il cantiere Ferretti non può partire

Nautica, manca la firma dei ministeri sul decreto: il cantiere Ferretti non può partire
Nautica, manca la firma dei ministeri sul decreto: il cantiere Ferretti non può partire
di Domenico PALMIOTTI
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Lunedì 7 Agosto 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 20:54

Nella nautica da diporto a Taranto per un progetto che si avvia (Cantieri di Puglia, qui l'articolo), un altro, invece, è ancora fermo per i ritardi della burocrazia benché sia stato messo in pista molto tempo prima e abbia ottenuto l’autorizzazione finale. Parliamo dell’investimento del gruppo Ferretti a Taranto. Uno stabilimento per costruire gli scafi degli yacht nell’area, lo yard sul Mar Grande, che fu dell’ex Belleli. 

Cosa sta succedendo

Sono passati 4 mesi, era lo scorso 5 aprile, quando si concluse con un parere positivo, e le prescrizioni di Ispra e Arpa Puglia, la conferenza di servizi decisoria indetta dal ministero dell’Ambiente che diede il via libera al progetto integrato di messa in sicurezza permanente e di riconversione industriale, sviluppo economico e produttivo nell’area ex yard Belleli, e tutto è rimasto lì. Fermo. «Ci sono zero novità - dichiara a Quotidiano Sergio Prete, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio -. Siamo sempre in attesa della firma del decreto ex articolo 252 bis. La procedura si è chiusa da un pezzo, ma i due ministeri, dell’Ambiente e delle Imprese, devono firmare il decreto finale. Abbiamo sentito quelli di Ferretti perché sia noi Authority che loro, tramite la società pubblica Sogesid, abbiamo già recepito le prescrizioni della conferenza dei servizi nel progetto esecutivo e quindi non appena il decreto sarà firmato, la Sogesid potrà pubblicare il bando di gara per i lavori relativi a messa in sicurezza, bonifica e infrastrutturazione primaria». «Operativamente non si è fatto ancora niente perché siamo in attesa del decreto» rileva Prete. «Se Ferretti sia infastidito per i ritardi? Non lo so, certo le cose andrebbero fatte con una certa urgenza, ma poi la realtà spesso è un’altra» aggiunge.

E anche fonti vicine a Ferretti confermano a Quotidiano che il gruppo «è in attesa del decreto. Che non è ancora arrivato. In azienda comunque si aspettavano tempistiche lunghe. In teoria chi investe potrebbe pure scoraggiarsi, considerato che il primissimo passo è stato fatto che era il 2020, ma loro hanno ormai deciso e vogliono esserci. Il decreto l’azienda se lo aspetta entro l’anno. Queste le previsioni perché quest’atto non è una cosa rapida. E nel comunicato di qualche giorno fa, relativo ai primi sei mesi dell’anno fiscale, Ferretti ha detto che si è in attesa per quanto riguarda Taranto».

Ecco cosa dice in proposito il comunicato del gruppo: «In aprile il Gruppo ha compiuto un importante avanzamento nel progetto dell’area portuale dell’ex cantiere Belleli a Taranto, di oltre 220.000 metri quadrati, dove verrà sviluppato un impianto industriale per la costruzione di modelli e stampi, nonché un centro di ricerca per materiali avanzati. Tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte hanno approvato il progetto di bonifica e sviluppo industriale».
«Con il parere della conferenza di servizi decisoria, si compie un passo fondamentale per la realizzazione del polo produttivo di cantieristica navale da diporto a Taranto», commentò il governatore di Puglia, Michele Emiliano, il 5 aprile. E il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, nella stessa data aggiunse: «Ora confidiamo che il progetto possa prendere corpo al più presto, consentendo alla cantieristica navale di qualità di tornare a produrre valore nelle nostre aree portuali e di offrirci un’altra importante opportunità di sviluppo». Ma quattro mesi dopo siamo ancora fermi al 5 aprile. E di ostacoli il progetto Ferretti ne ha incontrati. Ad esempio, nell’autunno-inverno 2021 mancava la quota pubblica di copertura all’investimento e l’ex ministro Mara Carfagna provvide definanziando alcune misure del Cis Taranto, tra cui l’acquario digitale previsto nell’area ex stazione torpediniere sul Mar Piccolo. E poi trascorsero altri mesi prima che la Corte dei Conti, nella primavera successiva, registrasse il decreto che disponeva il finanziamento pubblico. 

Cosa prevede il progetto

Un polo produttivo di cantieristica navale per la costruzione di stampi, scafi, coperte e sovrastrutture in materiale composito, ottimizzando prodotto e processo, ecco cosa prevede il progetto.
La prima parte comprende la messa in sicurezza permanente del sito ex Belleli. La seconda, invece, la costruzione e l’esercizio degli impianti e delle opere connesse da parte di Ferretti. La Sogesid spa (società in house ai ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture) è progettista del secondo lotto della messa in sicurezza e bonifica della falda nell’area ex Belleli, mentre Ferretti dell’intervento di riconversione industriale e sviluppo economico. Le fonti pubbliche destinate all’iniziativa prevedono 45.500.000 euro del Fondo Infrastrutture; 28.056.191 euro del Fondo della Regione Puglia, piano stralcio risorse FSC 2021- 2027; 14.222.448 euro per il “Contratto di sviluppo per la industrializzazione dello ex yard Belleli” e 49.810.674 euro di anticipazione dell’Autorità portuale. Complessivamente 201,2 milioni di euro, di cui 137,5 di finanziamento pubblico tra completamento della bonifica e infrastrutturazione e 63,6 di investimento privato. Duecento gli occupati diretti previsti, indotto a parte. 

Ferretti ha chiuso bene i primi sei mesi del 2023. Il portafoglio ordini è a 1,4 miliardi di euro, in crescita del 15,8% rispetto al 30 giugno 2022. I ricavi a 580,8 milioni, in crescita dell’8,6% rispetto al primo semestre del 2022, mentre l’utile netto è stato di 40,9 milioni, in crescita del 36,8% rispetto al primo semestre 2022. Alberto Galassi, ad del gruppo, dichiara: «Continuiamo a crescere anno su anno e semestre su semestre, forti di un portafoglio ordini in costante aumento, indice di un successo commerciale che non smette di premiarci». E a Ferretti, che da fine giugno è quotato anche alla Borsa di Milano (prima lo era solo a quella di Hong Hong), sono intanto passati 30mila metri quadri del terminal Nadep Ovest di Ravenna.

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