Mesotelioma, risarcito operaio dell'indotto dell'Arsenale di Taranto: per lui 540mila euro

Mesotelioma, operaio dell'indotto dell'Arsenale di Taranto risarcito

Mesotelioma, risarcito operaio dell'indotto dell'Arsenale di Taranto: per lui 540mila euro
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Martedì 6 Settembre 2022, 12:36 - Ultimo aggiornamento: 22:26

Dover convivere con un mesotelioma pleurico, il tumore di certezza causato dall’amianto, è una lotta quotidiana che vuole combattere senza arrendersi: una battaglia iniziata quando ha scoperto di avere il cancro provocato dall’amianto inalato a bordo delle navi della Marina Militare lavorando come operaio tubista dell’indotto dell'Arsenale di Taranto. Le fibre di amianto respirate si sono annidate nei polmoni causando il mesotelioma pleurico: un danno alla salute irreversibile per il quale il tribunale di Taranto ha riconosciuto un risarcimento di 540.000 euro che il Ministero della Difesa dovrà corrispondere all’operaio vittima dell’amianto.

La battaglia dell'associazione

Il lavoratore, oggi ultrasessantenne, si era rivolto con la sua famiglia a Contramianto chiedendo giustizia e avviando con l’associazione un percorso di ricostruzione dell’intera vicenda lavorativa per la verità su quanto accaduto.

Un legame evidente quello tra l’amianto, sicuro cancerogeno, e il tumore alla pleura una certezza tra causa ed effetto che ha avuto il suo infausto esito decenni dopo la prima esposizione all’asbesto. Le navi della Marina Militare su cui aveva lavorato l’operaio tubista per quasi un ventennio, sino alla metà degli anni 90, erano tutte contaminate di amianto, Nave Veneto, Lupo, Perseo, Orsa, San Giorgio, Aliseo, Stromboli, Euro, tutte coibentate con amianto come si legge negli atti acquisiti da Contramianto presso l’Arsenale di Taranto e che evidenziano le tonnellate di amianto che imbottivano il naviglio militare.

Secondo le ultime informazioni la Marina Militare ha confermato che l’attività di bonifica amianto ha riguardato 156 navi militari, suddivise tra navi in servizio, in disarmo e di prossima alienazione. Ma la già grave situazione dell’amianto sulle navi ha avuto anche ripercussioni sui pezzi di ricambio navali contenenti amianto una questione ancora aperta e misconosciuta dato che il censimento amianto nei materiali navali detenuti dai magazzini della Marina Militare ha riguardato solo una parte esigua delle parti di rispetto con MCA ( Materiali Contenenti Amianto) in particolare, a La Spezia risulta ad oggi censito il 57% dei materiali e a Taranto solo il 20%. Quindi pure in una situazione di grande attenzione l’amianto in Marina Militare è ancora lungi dall’essere completamente debellato.  Complessivamente Contramianto ha registrato oltre 400 le patologie asbesto-correlate, la gran parte tumorali, una fetta consistente di quei tumori riguardano Arsenalotti e Marinai che hanno lavorato in Arsenale a Taranto a bordo e in Officina. Dati evidenziati complessivamente a livello nazionale anche dal Registro Nazionale Mesoteliomi che nel periodo 1993-2018 indica 2604 casi di mesotelioma riconducibili al Settore della difesa nazionale e Cantieri navali. 

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