Ipogeo di Massafra: «In piazza Broia sotterrata anche la storia»

Ipogeo di Massafra: «In piazza Broia sotterrata anche la storia»
di Angelo NASUTO
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Domenica 2 Ottobre 2016, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 19:29
«L’ipogeo recentemente scoperto a Massafra in piazza Broia è stato in questi giorni velocemente interrato e con esso sono state nascoste le nostre radici, la nostra storia». Lo afferma con sdegno il segretario dei Giovani Democratici di Massafra, Angelo Notaristefano.
In questi giorni, a riannodare i fili sulla storia dell’ ipogeo in piazza Broia  ci aveva pensato il professore Roberto Caprara, già docente di Archeologia medioevale presso l'Università di Sassari, e l’Archeogruppo “E.Jacovelli” di Massafra. Secondo Caprara l’ipogeo originariamente era un tomba a camera di epoca romana, poi ampliata nel medioevo per essere trasformato in abitazione. Forse in una “vicinanza”, la vera peculiarità di Massafra, l’unica città ipogeica esistente in Italia.
Tra le oltre 100 vicinanze tutt'oggi presenti a Massafra, quella di piazza Broia è unica per le sue caratteristiche di fascino e interesse.
Si differisce dalle altre per diversi motivi quali:  dispone di un solo accesso, a differenza delle altre che ne hanno da tre a nove; inoltre al disopra di essa non vi è nessun palazzo o casa ma, prima dell’asfalto risalente alla seconda metà del XX secolo, c’era della terra, o meglio un “giardino”, per poter realizzare una piccola agricoltura di sussistenza. Inoltre quella di piazza Broia sarebbe stata l’unica vicinanza pubblica, in quanto le altre sono tutte private. Un bene culturale di tutti che poteva diventare un polo di attrazione turistico in un sistema di valorizzazione del patrimonio rupestre, che va dalle tombe a camera, alle chiese rupestri, alle vicinanze.
 
Invece mentre si desidera la riqualificazione del centro storico, nel contempo si continua ad essere disattenti, sotterrando e cancellando sotto diversi strati di terra le origini di Massafra. «Un vero e proprio paradosso – sottolinea Notaristefano segretario dei Giovani Democratici – passando da una riqualificazione con basole per dare un tocco di antico, alle dequalificazione sotterrando 2000 anni di storia.
Quello che è successo denota ancora una scarsa attenzione delle istituzioni per la nostra storia a causa dell’improvvisazione e la poca conoscenza del territorio. Altre amministrazioni, che vogliono il bene della loro città, avrebbero trovato una soluzioni ingegneristiche per salvaguardare e valorizzare il manufatto e garantire il giusto proseguimento dei lavori. Noi Giovani Democratici – conclude Notaristefano – crediamo che i beni non vadano seppelliti, occultati  ma valorizzati: la cultura è la nostra ricchezza». Una condanna senza se e senza ma per una scelta contro la quale si è subito schierato il movimento dei Giovani democratici.
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