L’ultimo saluto a Laudisa bandiera biancazzurra

L’ultimo saluto a Laudisa bandiera biancazzurra
di Michele LILLO
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Venerdì 22 Luglio 2016, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 10:16
La Martina sportiva piange la più longeva e carismatica bandiera dei suoi 70 anni di storia calcistica: Mario Laudisa, indimenticato ‘stopper’ biancoazzurro tra gli anni ’50 e ’70 è spirato mercoledì scorso all’età di 82 anni. Una vita sportiva dedicata alla squadra di una città che lo aveva adottato: arrivò giovanissimo dall’Ostuni il centrocampista leccese ai tempi della presidenza Pizzigallo esordendo a 21 anni nel campionato di Promozione 1955/56. Da allora una carriera lunghissima, costellata di successi tra i quali ben tre campionati vinti sino a quel 18 aprile 1971 quando un suo rigore a segno regalò la vittoria dei biancoazzurri con il Barletta in una gara che lo segnò sportivamente complice lo scontro di gioco con Gambino che gli procurò la rottura di tibia e perone.
 
Un grave infortunio che lo mise fuori gioco ma che non gli impedì il 7 ottobre 1973 di stabilire, con l’ultima sua gara giocata, il record di 426 gare con la maglia martinese condite da 53 reti messe a segno, poche più del suo compagno Ciccio Pellegrini, deceduto qualche anno fa e che con Laudisa ha formato una coppia storica. Da allora tanti gli incarichi in seno al calcio martinese: allenatore, direttore sportivo, dirigente, incarichi che lo hanno portato ad affrontare due pagine nere del calcio cittadino: prima la mancata iscrizione del 2008 e poi, per ultima, la fine dell’esperienza Muschio Schiavone di qualche settimana fa, che ha turbato l’ormai sofferente ex direttore della filiale locale della Banca Popolare di Taranto. Per volontà della famiglia i funerali si sono tenuti ieri in forma strettamente privata ma è grande la commozione di una città intera e di tante generazioni di tifosi biancoazzurri che hanno avuto la fortuna di vederlo in campo o di apprezzare le sue doti umane e dirigenziali, amplificate dall’amore, sempre ricambiato, per una città e per una squadra che lo hanno adottato sin dagli inizi della sua carriera.
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