Depuratore, entro un mese il progetto

Depuratore, entro un mese il progetto
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Giovedì 28 Aprile 2016, 06:37 - Ultimo aggiornamento: 20:48
Entro un mese il progetto per il recapito finale. Questo è quanto dichiarato da Michele Emiliano durante la conferenza stampa a margine dell’incontro per la questione della strada statale 172. Ancora un mese, quindi, per presentare un progetto per un recapito alternativo a quello sequestrato dalla magistratura di Taranto a febbraio scorso. Un progetto grazie al quale la magistratura potrebbe addirittura pensare di sbloccare parzialmente la strada statale, ma il lavoro dei pm e dei giudici di Taranto non è messo in discussione: «I magistrati svolgono un compito ingrato» dichiara il governatore «perché non hanno potere di mediazione sociale. Posso però dire che la Procura di Taranto sta dedicando tantissima attenzione».
 
La strategia della Regione, congiuntamente con i Comuni è quella della collaborazione: «Ringrazio tutti i consiglieri regionali presenti, sono orgoglioso di essere il presidente di una Regione che in momenti di difficoltà sceglie di collaborare. Per risolvere questo problema, che esiste da dieci anni, servirà tutta la collaborazione possibile».
In sintesi, il progetto su cui lavoreranno e che ha promesso sarà pronto entro un mese, riguarderà una deviazione del flusso dei reflui dal depuratore verso una nuova destinazione: «Deviare il flusso perché non interferisca né con l’inghiottitoio, né con la statale 172, perché gli uffici giudiziari sono convinti che esiste un problema ambientale, perchè l’inghiottitoio sarebbe incapace di assorbire i flussi di acqua piovana e dei reflui della città. Tradurremo questa strategia in un progetto che non è ancora fatto. Entro un mese avremo il progetto delle trincee drenanti, una delle possibili soluzioni definitive del problema. Non si può avere la botte piena e al moglie ubriaca». 
«I lavori di deviazione del flusso porteranno via del tempo e tempo non ce n’è, per questo alcuni consiglieri regionali e comunali hanno proposto una forma di viabilità alternativa, in attesa che la deviazione del flusso fosse realizzata. Su questo punto pensiamo di poter approfondire, anche incontrando l’Anas che sarà il soggetto esecutore», quindi, in merito alla possibilità di deviare la strada, che risulterebbe più rapido che deviare il flusso delle acque. 

Il problema del recapito finale deriva, anche, secondo i magistrati, dal malfunzionamento del depuratore, scaturigine di tutto. È stato chiesto al governatore della Puglia se avesse avuto contatti con l’Autorità Idrica Pugliese, delegata dalla magistratura a risolverne gli intoppi: «Non abbiamo elementi per dire che non funziona, abbiamo invece notizia che gli interventi attuati sul depuratore ne hanno riattivato il funzionamento. Ora funziona meglio di qualche settimana fa, fermo restando che questa Regione ha un numero sterminato di depuratori, è stata fatta una scelta, molti anni fa, inconcepibile. Ora la tendenza è avere pochi depuratori che servono aree vaste. Nel frattempo dobbiamo rendere efficienti quelli che abbiamo. Sul depuratore di Martina Franca sono stati già stanziati cinque milioni di euro, che saranno investiti per migliorarne la portata». La magistratura, stando alle carte, aveva però rilevato che il malfunzionamento del depuratore di Martina Franca non dipendeva dal carico che sopporta. Alla fine della conferenza stampa una delegazione ha accompagnato Emiliano a vedere di persona i luoghi coinvolti in una storia che da febbraio divide in due un territorio. 
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