Aree demaniali negate per il depuratore: Aqp ricorre al Tar, il Comune si costituisce contro

Aree demaniali negate per il depuratore: Aqp ricorre al Tar, il Comune si costituisce contro
di Gianluca CERESIO
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Sabato 22 Ottobre 2016, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 15:33
Depuratore: sull'attraversamento della zona demaniale l’amministrazione comunale di Manduria si costituisce contro l’Aqp. La telenovela del depuratore non smette di riservare sorprese e colpi di scena capaci di creare ansia e stupore nella platea.
Un meandro spasmodico in tutti questi anni di atti giudiziari, promesse elettorali, consigli comunali monotematici, proclami dai palchi e attraverso i mass media, sull’avvio e nel contempo sulla interruzione di cantieri, il tutto creando disorientamento da parte della gente e difficile interpretazione di quanto avviene.
 
Date le circostanze venutesi a creare oggi, torniamo sulla questione del ricorso al Tar, presentato circa 4 mesi fa dall’Acquedotto Pugliese contro la determina numero 2 del 26 aprile 2016, della Capitaneria di Porto di Taranto, con la quale la stessa espresse diniego alla richiesta di aree demaniali da parte dell’Aqp per installarvi la condotta sottomarina a servizio del depuratore consortile. Infatti, senza l’autorizzazione della Capitaneria di Porto non è possibile che l’area demaniale venga toccata da qualsiasi intervento.
Ebbene, dopo circa 4 mesi, improvvisamente l’amministrazione comunale scopre la necessità di doversi costituire avverso il ricorso dell’Aqp, così come risulta dalla delibera n. 192 del 14 ottobre 2016, conferendo incarico ad uno studio legale del Foro di Lecce specializzato in tali controversie.
«Meglio tardi che mai», considerato che finora si è viaggiato sulla massima tranquillità e fiducia nel credere che la costruzione della condotta sottomarina sia stata definitivamente archiviata. A questo punto allora, è spontaneo chiedersi il perché l’Aqp abbia chiesto di movimentare l’area demaniale delle dune di Specchiarica. Sono in molti oggi a domandarsi se le rassicurazioni ottenute finora dal sindaco Massafra siano state solo un palliativo.

Infatti, il 2 agosto 2016, il primo cittadino manduriano assieme all’assessore ai lavori pubblici, Amleto Della Rocca, a seguito di un incontro avvenuto presso la Regione Puglia, dichiarò a chiare lettere che, «lo scarico a mare non si farà», in quanto, a suo dire, l’Acquedotto Pugliese avrebbe accettato la soluzione alternativa allo scarico a mare, adottando le stesse tecniche delle trincee drenanti, così come avviene per l’impianto di Torre Guaceto. 
In quella stessa occasione, il sindaco Massafra si limitò a commentare fiducioso che, essendosi avviata una fattiva collaborazione con l’Aqp, sottolineando testualmente «sarebbe una scortesia se ci dovessimo costituire contro tale azienda che ha presentato il ricorso quale atto dovuto».

Su tale atteggiamento del sindaco, furono in molti a nutrire perplessità, tenendo conto del fatto che questa apertura improvvisa dell’Aqp, avrebbe invece potuto celare una strategia per ottenere senza intoppi un giudizio favorevole del Tar al ricorso in questione proprio favore. Evidentemente, dubbio che sarà venuto ora anche al sindaco Massafra e alla sua amministrazione, a tal punto da conferire mandato ad uno studio legale per costituirsi contro il ricorso presentato al Tar dall’Aqp.
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