Ilva, «a Taranto i bambini si ammalano di più»

La presentazione dello studio
La presentazione dello studio
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Lunedì 3 Ottobre 2016, 13:21 - Ultimo aggiornamento: 18:23
Lo studio - parzialmente anticipato un mese fa - infila uno dopo l’altro «dati definitivi, affidabili e aggiornati», assicurano dalla Regione. E' stato presentato oggi dal presidente Michele Emiliano e dai vertici del dipartimento regionale della Salute e nei prossimi giorni invece il dossier sarà consegnato al ministero della Salute, a palazzo Chigi e molto probabilmente anche alla Corte d’Assise di Taranto.
Aumento delle malattie infantili
Tra i bambini di età compresa tra 0-14 anni residenti a Taranto, «si sono osservati eccessi importanti per le patologie respiratorie: in particolare tra i bambini residenti al quartiere Tamburi si osserva un eccesso di ricoveri pari al 24%»; una percentuale che sale «al 26% tra i bambini residenti al quartiere Paolo VI».
Sono alcuni dati contenuti nel rapporto secondo cui «c'è relazione causa-effetto tra emissioni industriali e danno sanitario», in cui si illustrano i risultati dell'indagine epidemiologica condotta per valutare l'effetto delle sostanze tossiche di origine industriale emesse dal complesso Ilva sulla salute dei residenti. Lo studio è stato realizzato nell'ambito delle attività del Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, della Asl di Taranto, di Arpa Puglia e di Ares Puglia.

Emiliano ha precisato che «oggi abbiamo una riunione straordinaria di giunta nella quale dovremo valutare se impugnare davanti alla Corte Costituzionale l'ultimo decreto Ilva. Questa giornata comincia con l'esame dei dati e prosegue con la valutazione tecnico-giuridica sulla eventuale lesione delle attribuzioni della Regione Puglia a seguito di questo decreto».
La corte in studio è costituita dalle 321.356 persone residenti tra il 1 gennaio 1998 ed il 31 dicembre 2010 nei comuni di Taranto, Massafra e Statte. Tutti i soggetti sono stati seguiti fino al 31 dicembre 2014, ovvero fino alla data di morte o di emigrazione. Ad ogni individuo, sulla base dell'indirizzo di residenza, sono stati attribuiti gli indicatori della esposizione alla fonte di inquinamento presente nell'area utilizzando i risultati di modelli di dispersione in atmosfera degli inquinanti scelti come traccianti (Pm10 ed So2, ovvero polveri sottili e anidride solforosa). Entrambi gli inquinanti, tra i cittadini più esposti (concentrazione di 10 microgrammi per metro cubo), sono responsabili di nuovi casi di tumore al polmone: +29% causato dalle polveri e +42% dalla anidride solforosa.
Lo studio, inoltre, ha evidenziato che l'esposizione alle polveri industriali è responsabile del 4% in più di mortalità. In particolare, l'aumento di mortalità per tumore polmonare è del 5%, mentre la percentuale sale al 10% per infarto del miocardio. Quanto alla mortalità per effetto della anidride solforosa, questa registra un aumento del 9%: in particolare +17% per tumore polmonare, +29% per infarto del miocardio.
 
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