Il governatore paragona Taranto alla Terra dei fuochi, sottolineando un’unica differenza: «La situazione – commenta - è diversa perché la vicenda non è causata alla camorra, ma scaturisce da una deliberazione strategica della Repubblica».
Per Emiliano non ci sono dubbi, siamo dinanzi ad «inquinamento di Stato». E quindi, «lo Stato sta inquinando e lo Stato deve pagare almeno le cure».Ecco perché ha chiesto alla commissione di farsi carico «della nostra richiesta di ottenere deroghe al decreto ministeriale 70 da inserire nella legge di stabilità al fine di rafforzare il sistema sanitario della provincia di Taranto, senza gravare sulle altre regioni o a spese delle altre province pugliesi».
Il presidente della Regione si lamenta anche di non essere «ancora riuscito a parlare col governo nazionale e sarebbe fondamentale avere un tavolo nel quale discutere di questi temi almeno in occasione della legge di stabilità». Prima di partire per Roma, Emiliano e Gorgoni hanno avuto un incontro a Bari con i rappresentati dell’Anci Puglia per discutere del piano di riordino ospedaliero. Dopo la bocciatura da parte della commissione regionali, con voto decisivo di Noi a Sinistra, è ricominciata improvvisamente la fase di ascolto e, ieri, è toccato all’associazione dei Comuni. Oltre al presidente Luigi Perrone erano presenti alcuni sindaci, tra di loro quello di Casarano, Gianni Stefano: la riunione è servita soprattutto a fare il punto della situazione dopo gli incontri che si sono svolti a luglio scorso tra i funzionari del ministero della Salute e quelli della Regione Puglia.
Il piano di riordino, come noto, ha avuto parere favorevole ma il ministero ha chiesto alcuni ulteriori interventi: dalla chiusura di 30 punti di primo intervento da trasformare in postazioni 118 sino al ridistribuire meglio sul territorio pugliese il numero delle strutture complesse. Il giudizio finale dell’Anci è al momento sospeso, l’associazione dei Comuni ha chiesto ad Emiliano e Gorgoni dei correttivi, di potenziare la medicina territoriale e di valutare quali saranno gli effetti dei tagli. Da parte sua, il governatore pur ribadendo che «il piano è flessibile» e che è disponibile ad un confronto, ha chiuso la porta a chi chiede di ridurre le chiusure e le riconversioni degli ospedali. «Esprimiamo apprezzamento per questo nuovo metodo di concertazione – commenta Perrone - ma anche rammarico, poiché il preventivo confronto con i territori e la condivisione delle scelte avrebbe apportato un consistente miglioramento al piano».