Attacco di Emiliano in Commissione Salute: «Lo Stato sta inquinando, paghi almeno le cure»

Attacco di Emiliano in Commissione Salute: «Lo Stato sta inquinando, paghi almeno le cure»
di Vincenzo DAMIANI
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Giovedì 20 Ottobre 2016, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 13:30
«Lo Stato sta inquinando e quindi lo Stato deve pagare almeno le cure». Michele Emiliano torna alla carica contro il governo Renzi sulla questione Ilva e lo fa, questa volta, a Roma, durante la riunione della Commissione salute della Conferenza delle Regioni. Il governatore pugliese ha chiesto e ottenuto che la commissione esamini l’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale lo scorso 21 luglio con il quale è stata chiesta una deroga per le assunzioni negli ospedali di Taranto e provincia per il rafforzamento della rete oncologica, delle malattie cardiovascolari e respiratorie. Emiliano, quindi, cerca sostegno nelle altre Regioni, la commissione ha accolto l’istanza e oggi il provvedimento verrà discusso in sede di Conferenza. «La Regione Puglia - attacca Emiliano - ha presentato in collaborazione con la Regione Lazio uno studio epidemiologico nel quale sono stati evidenziati una serie di dati fuori scala in provincia di Taranto. Quei dati dimostrano l’esistenza di una relazione causa-effetto tra emissioni industriali dell’Ilva e danno sanitario. In questo caso è lo Stato che autorizza la fabbrica a funzionare, nonostante sia in corso un processo per avvelenamento di sostanze alimentari davanti alla Corte d’assise di Taranto, alla luce della sua strategicità dal punto di vista economico. E questo grazie a dieci decreti che, in maniera dichiarata, affievoliscono il diritto alla salute dei tarantini».
Il governatore paragona Taranto alla Terra dei fuochi, sottolineando un’unica differenza: «La situazione – commenta - è diversa perché la vicenda non è causata alla camorra, ma scaturisce da una deliberazione strategica della Repubblica».
 
Per Emiliano non ci sono dubbi, siamo dinanzi ad «inquinamento di Stato». E quindi, «lo Stato sta inquinando e lo Stato deve pagare almeno le cure».
Ecco perché ha chiesto alla commissione di farsi carico «della nostra richiesta di ottenere deroghe al decreto ministeriale 70 da inserire nella legge di stabilità al fine di rafforzare il sistema sanitario della provincia di Taranto, senza gravare sulle altre regioni o a spese delle altre province pugliesi».
Il presidente della Regione si lamenta anche di non essere «ancora riuscito a parlare col governo nazionale e sarebbe fondamentale avere un tavolo nel quale discutere di questi temi almeno in occasione della legge di stabilità». Prima di partire per Roma, Emiliano e Gorgoni hanno avuto un incontro a Bari con i rappresentati dell’Anci Puglia per discutere del piano di riordino ospedaliero. Dopo la bocciatura da parte della commissione regionali, con voto decisivo di Noi a Sinistra, è ricominciata improvvisamente la fase di ascolto e, ieri, è toccato all’associazione dei Comuni. Oltre al presidente Luigi Perrone erano presenti alcuni sindaci, tra di loro quello di Casarano, Gianni Stefano: la riunione è servita soprattutto a fare il punto della situazione dopo gli incontri che si sono svolti a luglio scorso tra i funzionari del ministero della Salute e quelli della Regione Puglia.
Il piano di riordino, come noto, ha avuto parere favorevole ma il ministero ha chiesto alcuni ulteriori interventi: dalla chiusura di 30 punti di primo intervento da trasformare in postazioni 118 sino al ridistribuire meglio sul territorio pugliese il numero delle strutture complesse. Il giudizio finale dell’Anci è al momento sospeso, l’associazione dei Comuni ha chiesto ad Emiliano e Gorgoni dei correttivi, di potenziare la medicina territoriale e di valutare quali saranno gli effetti dei tagli. Da parte sua, il governatore pur ribadendo che «il piano è flessibile» e che è disponibile ad un confronto, ha chiuso la porta a chi chiede di ridurre le chiusure e le riconversioni degli ospedali. «Esprimiamo apprezzamento per questo nuovo metodo di concertazione – commenta Perrone - ma anche rammarico, poiché il preventivo confronto con i territori e la condivisione delle scelte avrebbe apportato un consistente miglioramento al piano».
V.Dam.
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