La solidarietà a Vespa arriva dai “colleghi”

La solidarietà a Vespa arriva dai “colleghi”
di Lucia J. IAIA
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Martedì 30 Agosto 2016, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 15:07
Nella sede di Lizzano di Cantina Due Palme, Bruno Vespa e i suoi vini sono di casa. È lì infatti, che il noto giornalista trasforma le uve. Anche quelle del vigneto preso di mira venerdì notte.
«È l’opera di mafiosi locali ma non mi farò intimidire», aveva dichiarato Vespa, rendendo noto l’accaduto. Dopo aver incassato la solidarietà dei sindacati di categoria, Coldiretti e Confagricoltura, questa volta a fare quadrato attorno a lui, sono i “colleghi produttori”.
In primis, l’amico Angelo Maci, presidente di Cantina Due Palme. Anche la cooperativa di Cellino, nel 2012 ha investito nel tarantino, facendo rivivere di fatto la vecchia cantina sociale San Gaetano, per il tramite del suo presidente Lino Pastorelli.
«Un atto ignobile per il quale le autorità giudiziarie troveranno sicuramente una soluzione», ha commentato Angelo Maci e ha immediatamente rivolto un appello alle istituzioni.
«La politica deve scongiurare questo pericolo e lo dico da imprenditore che ogni giorno deve fare i conti con investimenti e ricavi. Un clima di serenità politica e istituzionale può contribuire a creare un humus accattivante per chi decide di mettere in gioco il proprio denaro».

E che il fatto vada approfondito è un imperativo. «Intanto, quel che è accaduto deve essere elemento di profonda riflessione per tutti: politici e imprenditori. Un danno di immagine per la provincia di Taranto, per il Salento e per la Puglia tutta. Bruno Vespa ha dichiarato di essere pronto a ripartire, ma siamo sicuri che quanto accaduto non metta a rischio il desiderio del giornalista di continuare a investire a Taranto?».
Il timore di Maci potrebbe essere fondato ma da parte sua, è chiara la volontà di continuare a crederci. «Io da imprenditore e da amico sarò al fianco di Bruno Vespa che tra l’altro quest’anno ha scelto la nostra cantina di Lizzano per trasformare i suoi vini. Mi auguro che la provincia di Taranto, con le sue istituzioni, possa farsi da garante per il ripristino di una serenità che per un imprenditore è elemento essenziale per sviluppare il proprio business».

Anche i “vicini di casa”, per così dire, di Bruno Vespa, appaiono rammaricati ma non spaventati. È la titolare di Cantine Emèra, Alessandra Quarta, figlia del noto vignaiolo Claudio, a commentare la vicenda. «La nostra cantina è poco distante da quei vigneti. Siamo solidali nei confronti del produttore Vespa e ci dispiace molto per quanto accaduto. Allo stesso tempo – aggiunge la giovane Alessandra – devo dire che noi, pur non essendo del territorio, siamo stati accolti in maniera positiva. Non abbiamo mai subito ritorsioni e per questo, mi sento di invitare tutti ad investire, con serenità, in questa zona».

La giovane produttrice, conosciuta per il suo vino solidale Qu.ale, punta tutto sulla fiducia. «Dobbiamo continuare a credere che l’economia locale possa crescere in maniera sana. Noi ragazzi soprattutto, non dobbiamo temere nulla. La fiducia è anche un concetto economico. Dal bene scaturisce del bene e lo stesso vale per il male. Io ho una grande speranza e sono certa che episodi di questo genere non possono e non devono inquinare la nostra voglia di impreziosire questa bellissima terra».
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