La prima ammissione sull'omicidio ai medici del Moscati:
«Mamma non c’è più»

La prima ammissione sull'omicidio ai medici del Moscati: «Mamma non c’è più»
di Mario DILIBERTO
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Domenica 22 Gennaio 2017, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 17:03

«Mamma non c’è più». Con queste parole rivolte ai medici del Moscati, Giovanni Diofano ha cominciato a squarciare il velo sulla verità di quello che aveva fatto. L’uomo nel pomeriggio di ieri è stato condotto d’urgenza nel reparto di Psichiatria dell’ospedale del quartiere Paolo VI. Per lui era stato disposto un Tso, il trattamento sanitario obbligatorio, dopo un controllo in strada. Ieri, infatti, dopo il delitto, il 47enne ha vagato con la sua auto sino a Statte.
La sua mente sconvolta lo ha portato in quella borgata dove vivono alcuni familiari. Ha lasciato la sua vettura in una stradina e poi ha cominciato a camminare continuando a vaneggiare. Sarebbe entrato anche in alcuni esercizi commerciali, infastidendo alcuni avventori e passanti.
Le sue parole senza senso e le sue urla hanno spaventato più di qualcuno che si è trovato di fronte l’uomo, peraltro dotato di una mole non indifferente. A quel punto è scattato l’allarme.
L’esagitato è stato raggiunto da una pattuglia dei carabinieri della stazione dell’ex borgata jonica. I militari hanno faticato non poco per fermarlo e, vista la situazione, hanno richiesto l’intervento di un’ambulanza. Inevitabile il ricorso al Tso.
Sembrava finito tutto lì. E invece, poco a poco, è venuta fuori la tragedia che si era consumata a diversi chilometri di distanza, nel cuore del rione Salinella.
Il personale medico, infatti, ha chiesto al paziente notizie sui suoi familiari. Quando ha parlato della mamma è giunta anche la prima ammissione. Le parole del 47enne, pronunciate tra tante frasi senza senso, hanno ovviamente imposto un controllo.

 

 I carabinieri sono piombati nella casa di via Lago di Monticchio e purtroppo hanno trovato il cadavere della povera Lucia Matarrelli. Così sono scattate le indagini per fare luce sul dramma familiare. Diofano avrebbe raccontato di un litigio con la mamma. E proprio durante l’alterco sarebbe passato alle vie di fatto. Si sarebbe avventato sull’anziana madre e le avrebbe stretto le mani al collo.Le tracce delle sue mani, infatti, sono state riscontrate durante il sopralluogo dal medico legale Marcello Chironi. Ora sarà l’autopsia, disposta dal pm Remo Epifani, a chiarire definitivamente la causa della morte. Ieri, non senza difficoltà, gli investigatori hanno interrogato Diofano alla presenza del difensore, l’avvocato Carlo Petrone. Il confronto è andato avanti per ore, con il 47enne che più volte è stato colto da una rabbia incontrollabile. Ha ammesso di aver litigato con la mamma e di averla aggredita. Ad un tratto ha aggiunto che la mamma era il demonio. Parole frutto di una mente evidentemente smarrita. E che lo ha condotto ad un delitto così odioso.
 

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