Jindal: coprirò i parchi
Mittal: il gas non basta

Jindal: coprirò i parchi Mittal: il gas non basta
di Tiziana FABBIANO
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Sabato 18 Febbraio 2017, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 16:41
La contrapposizione tra le due cordate in campo per l’acquisto dell’Ilva è ormai palese. La guerra è soprattutto aperta tra i due giganti della produzione d’acciaio ArcelorMittal e Jindal South West. Il primo, nei giorni scorsi a Gand, ha illustrato il suo piano per il turnaround della fabbrica tarantina: 6 milioni di tonnellate annue da produrre in loco a carbone, come previsto dall’Aia, più altre 2 prodotte altrove per la finitura. La risposta di Jindal è stata immediata, a testimonianza di come l’Ilva sia tutt’altro che un “ferrovecchio” per i capitani dell’acciaio mondiale ma anzi una partita importante nello scacchiere europeo e internazionale della siderurgia.
In un’intervista a “Il Sole 24 Ore” il patron della Jsw ha risposto spingendo la sua proposta su livelli di produzione - a regime - fino a 12 milioni di tonnellate l’anno per il Gruppo Ilva: 6 milioni con il carbone, fino a 10 o 12 milioni tra preridotto e forni elettrici. Ha spiegato che l’utilizzo del preridotto (la cui sigla è Dri) «è una realtà tecnologica e industriale che applichiamo da tempo nelle nostre acciaierie in India. Se ci aggiudicheremo l’Ilva con la compagine di AcciaItalia, sarà con il preridotto e altre soluzioni tecniche basate sul gas che faremo tornare blu il cielo e pulita l’aria di Taranto ed elimineremo sostanze nocive cancerogene come gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) che sono conseguenza dell’uso del carbone». Poi ha aggiunto nella sua intervista: «Attraverso il preridotto e la copertura totale dei parchi minerali a Taranto sarà possibile abbattere drasticamente l’impatto ambientale dell’impianto siderurgico». Poi ha precisato. «Pensiamo di investire una cifra significativa, nell’ordine di diversi miliardi di euro. L’obiettivo è arrivare, in un periodo compreso fra i tre e i cinque anni, a produrre fra i 10 e i 12 milioni di tonnellate all’anno. Sei milioni di tonnellate con le tecniche tradizionali e fra 4 e 6 milioni di tonnellate prodotte con tecniche alternative, fra cui l’ utilizzo diretto del gas nel processo produttivo, il preridotto e il forno elettrico ad arco che consentirebbe di dare maggiore flessibilità ai livelli produttivi».
 
E, ieri, il gruppo ArcelorMitta, a sua volta, ha risposto al miliardario indiano: “Siamo sorpresi dal fatto che Mr Jindal creda fattibile che Ilva possa essere competitiva utilizzando il gas naturale ed il Dri. ArcelorMittal è il più grande produttore di Dri al mondo, con un grande impianto anche ad Amburgo. Operiamo inoltre con 12 forni elettrici ad arco in tutta Europa”. “Sfortunatamente, nonostante siamo consci che molti vorrebbero sentirsi dire che ciò è possibile, la nostra esperienza ci insegna il contrario. Se Ilva vuole avere un futuro sostenibile e redditizio, che possa supportare l’occupazione e la produzione costante di acciaio in Italia, deve diventare più competitiva e questo in Europa non è possibile con l’utilizzo di gas naturale o di Dri per quanto concerne i prodotti d’acciaio piani”, afferma ArcelorMittal chiarendo ancora la sua posizione. «Inoltre, operando nel mercato dei prodotti piani, la qualità e la purezza del metallo sono cruciali, ancora di più dal momento che la nostra ambizione per Ilva è di inserirla all’interno dei mercati ad alto valore aggiunto, come l’automotive. Per ArcelorMittal il processo tecnologico in grado di minimizzare l’uso del carbone nella produzione richiederà molti anni. Conclude la nota: «Comprendiamo pienamente il bisogno di migliorare le performance ambientali di Ilva e ci stiamo impegnando in questo senso».
Nella contesa interviene il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: «Oggi abbiamo conseguito una vittoria politica straordinaria. Noi ci auguriamo - ha detto ieri - sia accolta anche dal Governo. Abbiamo letto l’intervista, importantissima, di uno dei due competitor che vorrebbero acquistare Ilva e - ha evidenziato Emiliano - tutte le bugie che sono state dette in passato sulla decarbonizzazione sono saltate in un lampo».
Secondo il governatore pugliese «Jindal ha chiaramente detto che manterrà i livelli occupazionali, che può raddoppiare la produzione attuale, garantendo l’ambiente con la tecnica che la Regione Puglia da più di un anno e mezzo suggerisce al governo italiano».
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