Ilva, scontro a Bruxelles: «L'Europa è inflessibile soltanto con Taranto»

Ilva, scontro a Bruxelles: «L'Europa è inflessibile soltanto con Taranto»
di Mario DILIBERTO
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Sabato 19 Dicembre 2015, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 09:36
Battaglia in Europa sul salvataggio di Ilva. Ad accendere le polveri l’ interrogazione urgente presentata a Bruxelles dall’eurodeputato del Partito Democratico Andrea Cozzolino. L’iniziativa punta il mirino sulla ventilata procedura che la commissione potrebbe aprire contro l’Italia, configurando le misure contenute nel nono decreto per la grande fabbrica come un «aiuto di Stato». Una sorta di concorrenza sleale da sanzionare da parte dell’Unione Europea. Proprio questa possibilità ha scatenato l’intervento di Cozzolino che ha rotto gli indugi e ha chiesto chiarezza alla commissione.

«Nelle ultime settimane - si legge nell’interrogazione urgente - si sono succedute informazioni su un possibile interessamento della Commissione Europea nei confronti di misure pubbliche che fornirebbero la garanzia dello Stato italiano nei confronti dell'Ilva. A tal riguardo, si rileva la flessibilità delle istituzioni europee nei confronti degli aiuti forniti dal Land della Bassa Sassonia all'acciaieria tedesca Salzgitter, nonché degli aiuti alla società francese Chantiers de l'Atlantique nel 2002. Può la Commissione Europea - insiste Cozzolino - chiarire se intende aprire una procedura per aiuti di stato nei confronti dell’Italia? E in caso affermativo, intende essa anche autorizzare una interruzione immediata del sussidio, nonostante le possibili conseguenze negative che ciò avrebbe sull'attività produttiva e sui livelli occupazionali?».
Insomma da un lato l’europarlamentare punta il dito sulla flessibilità europea nel caso di altre acciaierie europee. E dall’altro sottolinea quanto la produzione di Taranto sia importante sia dal punto di vista italiano sia da quello europeo. Aspetti, quindi, che nulla hanno a che fare con le problematiche ambientali connesse alla grande fabbrica e che sono al centro di un’altra procedura europea.

«Siamo di fronte - spiega Cozzolino - al rischio di una vera e propria implosione di Taranto. E in questo quadro un intervento europeo avrebbe un impatto devastante. A questo aggiungo che la commissione si è dimostrata flessibile in altre situazioni in cui, probabilmente, non si sono dovute fronteggiare azioni strumentali di chi punta ad accaparrarsi le quote di mercato di Ilva. Di certo - continua - un intervento europeo nel caso di Ilva consacrerebbe la politica di due pesi e due misure nei confronti dell’Italia. Un atteggiamento che sta diventando abituale quanto inaccettabile».

E proprio sulla politica dei due pesi e due misure l’eurodeputato insiste per difendere le iniziative del Governo Renzi, scattate all’indomani del niet della magistratura svizzera allo sblocco dei fondi sequestrati alla famiglia Riva e depositati nelle banche elvetiche. Proprio il muro di Ginevra ha spianato la strada al «salva Ilva» numero nove, con un fondo di 800 milioni messo sul piatto della bilancia per garantire la sopravvivenza della fabbrica.

Ed è su quel fondo che sta puntando l’attenzione la commissione europea, sollecitata anche da aziende siderurgiche tedesche e inglesi. La garanzia sarebbe un «aiuto di Stato» mascherato. Ai sospetti che dovrebbero produrre l’apertura della procedura, al momento solo annunciat, Cozzolino ha replicato ricordando le vagonate di milioni di euro investiti in bassa Sassonia nel 2012 e ancor prima in Francia senza che da Bruxelles qualcuno battesse ciglio. «Questo modo severo di guardare all’Italia è francamente insopportabile.

E poi - aggiunge l’europdeputato del Pd - spinge verso un errore madornale. Ovvero verso un futuro fatto di produzioni delocalizzate in paesi come Cina e India, con un impoverimento dell’intera Europa e complicazioni anche dal punto di vista ambientale, visto che si parla di Paesi in cui le norma sull’inquinamento sono piuttosto carenti. La verità - conclude - è che si mette nel mirino l’azione del Governo italiano, ma solo per rincorrere bassi costi della mano d’opera. Ora mi attendo delle risposte perché al momento siamo dinanzi ad una iniziativa semplicemente annunciata».
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