Cassa depositi e prestiti prepara l’offerta per l'Ilva. Spunta l'ipotesi di una super-cordata

Cassa depositi e prestiti prepara l’offerta per l'Ilva. Spunta l'ipotesi di una super-cordata
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Sabato 25 Giugno 2016, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 13:40
Si avvicina la scadenza del 30 giugno per la presentazione delle offerte per l’Ilva. E si lavora per stringere su un progetto che sia solido da un punto di vista industriale e finanziario. A maggior ragione dopo il passo indietro dei turchi di Erdemir che, almeno in questa fase, non saranno della partita. Cassa Depositi e prestiti ha già messo a punto il suo programma d’investimento ma potrebbe rivedere qualcosa vista l’uscita di scena da parte del gruppo Erdemir. Si riunirà il consiglio d’amministrazione, probabilmente martedì 28 giugno, per esaminare il dossier e formalizzare la sua partecipazione con una quota di minoranza nell’offerta vincolante che precederà l’acquisto di Ilva. 
 
È atteso il via libera anche dal consiglio d’amministrazione di “Delfin”, la società che fa riferimento all’intervento di Leonardo Del Vecchio, patron della società italiana di lenti e occhiali Luxottica, per circa 300 milioni di euro. Ieri sera era stato fissato il cda. Altrettanti sarebbero i milioni con i quali dovrebbe essere della partita la Cassa Depositi e prestiti. Quel che non è chiara è la quota finanziaria, e quindi societaria, che dovrebbe acquistare Giovanni Arvedi, patron dell’omonimo gruppo siderurgico. 
In questo scenario, con i tecnici che continuano a lavorare su tutti i dettagli dell’operazione, è presumibile che ci possano essere le condizioni per mettere insieme due proposte. La prima è quella italiana con Arvedi come player produttivo del settore siderurgico e con partner finanziari Cdp e Luxottica. 

Difficile la prospettiva, che anche qualcuno ipotizza, di arrivare a un’unica cordata che veda insieme lo stesso Del Vecchio, Cdp, Arvedi e il tandem Marcegaglia-ArcelorMittal. Quest’ultimo infatti ha già formalizzato due anni e mezzo fa una proposta d’interesse e oggi è di nuovo in corsa con uno schema analogo. La proposta di ArcelorMittal e Marcegaglia vede la multinazionale francoindiana in posizione predominante e l’appoggio commerciale e finanziario, in una joint venture, con gli italiani del gruppo siderurgico. È una proposta quindi industriale-siderurgica pura. Difficilmente potrebbe essere quindi interessata ad una compagine unica che inglobi anche Arvedi. ArcelorMittal è sempre stata a favore dell’appoggio di Cassa Depositi e Prestiti. Lo stesso Giovanni Arvedi, parlando in audizione al Senato, ha aperto alla possibilità di un’unica cordata smentendo le voci di contrasti con i Marcegaglia. Nessun contrasto ma una conferma della joint venture con Arcelor è arrivata, ancoras una volta, dalla famiglia degli industriali italiani. «Noi siamo da sempre schierati a fianco di ArcelorMittal e questa è una scelta precisa legata alla forza industriale e finanziaria di Mittal» ha ribadito il presidente e amministratore delegato del gruppo omonimo, Antonio Marcegaglia, rispondendo ad una domanda sull’Ilva a margine degli stati generali dell’acciaio organizzati ieri a Milano. «Noi riteniamo - ha aggiunto - che Mittal sia il candidato più qualificato per una sfida così importante».

«L’impegno di Mittal - ha specificato - è assolutamente un investimento serio, solido e di medio termine. Non capisco chi lo dava per non fondato». I detrattori di ArcelorMittal parlano di una volontà di acquisire quote di mercato anziché di portare avanti la produzione ma Antonio Marcegaglia, ieri, ha smentito ogni ipotesi simile. Il gruppo ArcelorMittal «è interessato genuinamente ad una maggior presenza in Italia che sia certamente a rafforzamento del mercato. Un’Ilva a 6 milioni di tonnellate minimo, che è il nostro piano industriale, è necessaria all’Italia ed è assolutamente funzionale ai piani di Mittal».

«Noi siamo pronti, stiamo affinando l’offerta. Certamente il percorso indicato dalla nuova procedura prenderà tempi più lunghi», ha poi confermato a margine dell’incontro. Per Marcegaglia è difficile dire quanto occorrerà «ma credo non prima della fine dell’anno per la scelta dell'offerta. Per la conclusione dell'operazione si andrà probabilmente a metà dell’anno prossimo», ha poi concluso.
 
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