Ilva: il giorno delle offerte. ArcelorMittal: 2,3 miliardi di euro, oltre al prezzo d’acquisto

L'Ilva di Taranto
L'Ilva di Taranto
di Tiziana FABBIANO
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Lunedì 6 Marzo 2017, 13:05 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 13:32
 
Alle 16 di oggi, allo studio notarile Marchetti di Milano, c'è stata l’apertura delle buste  con le offerte economiche delle due cordate che vogliono acquisire il Gruppo Ilva. Non è solo un duello di numeri con molti zeri. Perché le offerte includono sia l’aspetto economico - sul quale finora c’è stato il massimo riserbo - sia una sintesi del piano industriale e di quello ambientale.
E le prime anticipazioni della proposta vincolante fatta da ArcelorMittal, in società con l'italiana Marcegaglia, sono state ufficializzate proprio alla scadenza del termine dalla multinazionale dell'acciaio.
Investimenti di oltre 2,3 miliardi di euro nell'Ilva, oltre al prezzo d'acquisto: è la proposta di Am InvestCo Italy che ha intenzione di produrre 9,5 milioni di tonnellate di prodotti finiti. Inoltre ArcelorMittal si è impegnata a realizzare un centro di Ricerca e Sviluppo R&D a Taranto con un investimento di dieci milioni di euro. Impegno a implementare nuove tecnologie per la produzione di acciaio a bassa emissione di anidride carbonica. È questa l'offerta presentata dal consorzio formato da ArcelorMittal e Marcegaglia per l'acciaieria di Taranto, secondo quanto comunica la stessa cordata.

Da oggi partirà il conto alla rovescia di trenta giorni per la valutazione e per la successiva aggiudicazione del complesso siderurgico jonico e delle fabbriche di Genova (Cornigliano) e di Novi Ligure.

A candidarsi, trasformando la manifestazione d’interesse in una offerta vincolante, sono due società create appositamente per rilevare Ilva.
Da una parte ci sarà ArcelorMittal, il primo produttore d’acciaio mondiale. In joint venture con il gruppo italiano Marcegaglia Carbon Steel (al 20%) la “Am InvestCo Italy” si farà avanti per un’operazione di completa ristrutturazione del gruppo Ilva che intende portare la produzione di Taranto a 9,5 milioni di tonnellate l’anno. Da subito i primi otto milioni utilizzando gli altiforni già attivi di cui 2 milioni di tonnellate in arrivo da altri stabilimenti di ArcelorMittal.
ArcelorMittal e Marcegaglia rendono noto che è  stata anche siglata una lettera di intenti con Banca Intesa SanPaolo per unirsi al Consorzio. Nel dettaglio la Cordata spiega che gli investimenti per più di 2,3 miliardi comprendono «spese in conto capitale nel comparto ambientale superiori a 1,1 miliardi di euro, incluse le
spese per bonifiche, al fine di conseguire performance ambientali ottimali in aree chiave, tra cui emissioni di aria e trattamento delle acque» e «spese in conto capitale in ambito industriale superiori a 1,2 miliardi di euro, tra cui spese in conto capitale per recuperare la ritardata manutenzione e consistente programma relativo alle spese in conto capitale per altiforni e impianti per la produzione di acciaio, come il rifacimento del rivestimento interno dell'altoforno numero 5».

Il competitor è invece AcciaItalia, la società per azioni che vede come azionista di maggioranza relativa il socio indiano Sajjan Jindal (patron della Jsw Steel in India), al 35% della cordata. Partner solo finanziari sarebbero poi Cassa Depositi e prestiti (al 27,5%), la holding della famiglia Del Vecchio DelFin (pure al 27,5%).  In cordata anche la acciaieria di Giovanni Arvedi (al 10%).  Non ancora resa nota l'ufficiale proposta di questa cordata avanzata allo studio notarile.
 
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