Il buco nero dei fitti non pagati
Una “mazzata” da 30 milioni

Il buco nero dei fitti non pagati Una “mazzata” da 30 milioni
di Michele MONTEMURRO
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Domenica 20 Agosto 2017, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 18:56
«Il Comune dovrà far fronte nell’esercizio corrente a 25/30 milioni di euro per fitti non pagati e l’utilizzo di beni comunali per i quali non si sapeva nulla».
La doccia gelata per il sindaco e la nuova amministrazione arriva dall’ex assessore al Patrimonio, Mimmo Cotugno (nella foto), candidatosi alle ultime elezioni comunali con la coalizione a sostegno di Piero Bitetti. Cotugno fa sapere che nel bilancio 2017 si dovrà far fronte a risorse inserite nella voce delle entrate nel bilancio di previsione, ma che di fatto non risultano incassate dall’ente, almeno sino a un paio di mesi fa, quando era assessore. E sulla vicenda sollevata dai revisori dei conti circa la mancanza dello stato patrimoniale, Cotugno sottolinea: «Ce lo aveva già segnalato nella sua diffida il Ministero dell’economia e delle finanze nel luglio dello scorso anno, evidenziando criticità per il patrimonio e per il personale». Deleghe che prima di Cotugno sono appartenute in passato a Vincenzo Di Gregorio (Pd), il consigliere comunale di maggioranza destinato alla presidenza della commissione più importante del Comune, quella all’Assetto del territorio, che già da settimane sta facendo opposizione alla giunta Melucci. Prima dei rilievi del Mef nessuno ha chiesto ed ottenuto quanto sottolineato dai revisori.
 
«Stefàno - racconta Cotugno - quando ad agosto 2016 mi ha nominato assessore al Patrimonio sapeva che ero incorruttibile. Purtroppo in passato bastava che qualcuno alzasse la voce e li lasciavano fare perché o non potevano pagare o nessuno gli chiedeva nulla.
Ci sono bar di proprietà comunale con contratti scaduti o con debiti nei confronti dell’amministrazione, oppure c’è l’università che non ripara i danni subiti a Palazzo Amati e a Palazzo Della Ponti e che all’ex caserma Rossarol si avvale di sei unità comunali e incassa il fitto di un bar, seppur questa possibilità non sia contemplata nella convenzione col Comune, che invece dovrebbe riscuotere quel fitto previo bando di gara».
L’ex assessore Cotugno sul suo profilo Facebook ha poi raccontato un retroscena di quando svolgeva il suo ruolo: «Per circa 50 distributori automatici dislocati negli edifici comunali, dopo capillare controllo (non avevano mai pagato nulla), sono stati introitati nelle casse comunali più di 50.000 euro. È stato imposto un pagamento forfettario di 350 euro cadauno per gli anni 2015/2016/2017 a copertura di utenza elettrica e fitto area occupata. Per oltre 20 anni erano degli sconosciuti. Ora tocca a Melucci e ai suoi assessori competenti far partire il bando, già pronto da maggio 2017, per gli anni 2018 e successivi». Un’attività che Cotugno ha potuto svolgere in giunta in soli dieci mesi. Non v’è dubbio, tuttavia, che quello del Patrimonio è un settore particolarmente difficile da gestire. In passato la Direzione investigativa antimafia ha messo in luce alcuni intrecci poco chiari, gli stessi che potranno essere meglio definiti solo con la realizzazione di nuovi bandi e con meno proroghe.
 
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