«Fiume Lato abbandonato deve intervenire Emiliano»

«Fiume Lato abbandonato deve intervenire Emiliano»
di Nicola NATALE
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Venerdì 30 Settembre 2016, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 16:17

Per il Tavolo Verde è il momento dell’indignazione. «Tutta Castellaneta dovrebbe sollevarsi contro le lungaggini, le opacità e la cattiva progettazione dei lavori nei pressi del fiume Lato».
I residenti e gli agricoltori sopportano da anni l’interruzione del ponte e la chiusura di due strade provinciali, la n°12 e la n°14. Per non parlare della provinciale che unisce Castellaneta alla sua Marina teatro di incidenti anche mortali, ancora oggetto di lavori di adeguamento. «È il grido di un territorio che ormai annovera solo doveri, non diritti» esordisce Paolo Rubino, coordinatore del Tavolo verde. Aggiungendo che «in caso di piogge abbondanti il collegamento strategico della Statale 106 sarebbe nuovamente a rischio in quel punto. Ma c'è un giudice a Berlino?» incalza poi il parlamentare ricordando i due esposti prodotti alla magistratura jonica da lui nel 2008 e dal senatore Rocco Loreto nell’anno in corso. La situazione secondo gli attivisti del Tavolo Verde da sempre in prima linea nel denunciare le condizioni difficili in cui operano l’agricoltura jonica «è andata oltre il limite del sopportabile». La conferenza stampa è stata indetta proprio per avvertire tutte le istituzioni, dal presidente della regione Puglia Michele Emiliano al prefetto di Taranto della situazione di pesante inadeguatezza dei lavori sia nella lama della Gravina di Castellaneta che presso l’area circostante il fiume Lato. «Per non parlare del ponte presso Montecamplo o di quello sulla strada n°75 inaugurato dal sindaco Nicolotti» aggiunge Raffaele Rochira un imprenditore agricolo più volte intervenuto per stigmatizzare l’iter amministrativo seguito per i lavori post-alluvione. Quello che si chiede è riprendere in mano l’intera matassa della sistemazione e messa in sicurezza del territorio compreso tra il fiume Bradano ed il fiume Lato, con particolare attenzione a quest’ultima porzione di territorio in cui, come è noto, insistono i complessi turistici Nova Yardinia. L’accusa che parte dal Tavolo Verde riguarda anche i lavori del Consorzio alla zona vega, che hanno lasciato a secco i pozzi artesiani deviando le falde freatiche: «abbiamo salvato il Valentino ma affossato i coltivatori».
 

Per questo parlano di «situazione non affrontata dal 2003 che deve muovere all’indignazione le popolazioni e spronare le istituzioni a compiere il loro dovere nell’interesse generale del territorio e non di pochi». La proposta urgente è di invitare il presidente Michele Emiliano ad un sopralluogo nelle campagne e nelle gravine castellanetane per aver un quadro chiaro della situazione prima di finanziare altri lavori inutili «che non mettono in sicurezza e bruciano inutilmente risorse già risicate». Un ginepraio quindi in cui da una parte c’è chi amministra e dice che tutto va bene e dall’altra la denuncia chi sottolinea l’inadeguatezza delle soluzioni apprestate. Da ultimo la Regione Puglia con accordo del 4 agosto 2016 ha finanziato altri 4 milioni per lavori al fiume Lato: «La dizione primo stralcio fa intendere che ce ne saranno altri, per questo è stato già prodotto un esposto il 26 giugno 2016».

Ma per il Tavolo Verde senza mezzi termini si tratta di «la

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