Emiliano non ci sta e carica a testa bassa:
«Si favoriscono le lobby del carbone»

Emiliano non ci sta e carica a testa bassa: «Si favoriscono le lobby del carbone»
3 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Maggio 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 14:38
«Vendere l’Ilva per mere ragioni di prezzo» ad una società che praticamente raggiungerebbe così «la quota massima del 40% prevista dall’Unione Europea (una delle due cordate è già al 39%)», sarebbe «un errore gravissimo». Lo afferma in una post su Facebook il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, secondo cui l’offerta della cordata ArcelorMittal-Marcegaglia non investirebbe nell’ipotesi di decarbonizzazione dello stabilimento tarantino e avvantaggerebbe le “lobby del carbone”. «Vendere a chi possiede già tante fabbriche in Europa (che molte polemiche ambientali suscitano quotidianamente nelle popolazioni residenti) significa - aggiunge - voler tenere basso il livello produttivo della fabbrica e non avere volontà di investire nella decarbonizzazione della stessa per continuare a ricattare i tarantini e i pugliesi mettendoli di fronte alla alternativa tra carbone e occupazione». «Significa - prosegue - continuare a stare dalla parte delle lobbies del carbone e non volere dare all’acciaio italiano quella sostenibilità ambientale che lo privilegerebbe nei prossimi anni nella concorrenza con le altre fabbriche europee. Significa ignorare la richiesta di decarbonizzazione avanzata dalla Regione Puglia che non verrà neanche consultata dal Governo prima della scelta dell’acquirente. Significa insomma - afferma ancora il presidente della Regione- lasciare tutto praticamente come è adesso senza alcuna garanzia né dei livelli occupazionali, né della prosecuzione della attività produttiva, né della salute delle persone, senza rispettare il trattato sul clima di Parigi che abbiamo firmato due anni fa. Significa ignorare - insiste - la visita del Papa all’Ilva di Genova e la sua enciclica Laudato si’ che ha consegnato a Trump con chiaro intento».
Per Emiliano: «La scelta del Ministro Calenda e di tutto il governo deve prescindere dunque dal mero elemento del prezzo o quantomeno richiedere, se il progetto migliore non fosse anche quello con l’offerta in danaro migliore, all’offerente migliore per il progetto se abbia o meno l’intenzione di integrare il prezzo allo stesso livello dell’altra cordata». «La decisione - conclude - ha dunque carattere anche politico e deve essere effettuata con saggezza e lungimiranza».
 
Gli risponde a distanza il ministro del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti. «La possibilità di un processo di decarbonizzazione dell’Ilva di Taranto come proposto dal governatore pugliese, Michele Emiliano, non è esclusa anche se la cordata ArcelorMittel-Marcegaglia dovesse aggiudicarsi l’acquisto del siderurgico», ha detto il ministro per il Mezzogiorno proprio da Bari, a margine di un incontro sullo stato di avanzamento del Patto per la città metropolitana. Con questa aggiudicazione la decarbonizzazione sarebbe archiviata?. «No - ha risposto De Vincenti - perché anche nella offerta che viene proposta come aggiudicataria dai commissari, è prevista la valutazione dell’utilizzo della tecnologia Dri (preridotto), e quindi sarà portata avanti questa valutazione e si vedrà». «Esattamente - ha concluso - come si era già definito a suo tempo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA