Sabrina Misseri resterà in carcere
La difesa: nessuna possibilità

Sabrina Misseri e Cosima Serrano nel 2010
Sabrina Misseri e Cosima Serrano nel 2010
di Nazareno DINOI
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Sabato 15 Ottobre 2016, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 16:21
Sabrina Misseri resta in carcere. I suoi avvocati, il professore Franco Coppi e il penalista del foro di Taranto, Nicola Marseglia, non hanno presentato, e non presenteranno, alcuna istanza per tentare l’applicazione dell’articolo 303 del codice di procedura penale che fissa in sei anni il limite massimo della custodia cautelare in assenza di sentenza definitiva. Un termine, questo, che scadeva proprio oggi (la detenuta è stata arrestata il 15 ottobre del 2010 con l’accusa di avere ucciso la cugina Sarah Scazzi in concorso con sua madre Cosima Serrano), se durante i due lunghi e complessi gradi di giudizio non fossero intervenute due provvedimenti di sospensione dei termini, ognuno dei quali della durata di sei mesi.

Un dato che aveva portato ad ipotizzare la carta della scadenza dei termini facendo leva sul principio costituzionale della rieducazione della pena resa impossibile, in questo caso, proprio dalla presenza di una pena ancora incerta. Un terreno irto di spine sul quale la difesa non ha inteso incamminarsi viste le possibilità sostanzialmente nulle di riuscita. Anche perché l’ufficio che avrebbe dovuto revocare quelle sospensioni dei termini, sarebbe dovuto essere lo stesso che le aveva applicate. Nessuna discussione, quindi, anche per sua madre Cosima Serrano, anche lei ristretta in regime preventivo ma con meno anni dietro le sbarre (il suo arresto è avvenuto il 26 maggio del 2011).
 

Scartata tale suggestiva ipotesi (che per la verità aveva creato dei sussulti da una parte all’altra della platea di giustizialisti e innocentisti), non resta che giocarsi la più concreta, ma pur sempre piena di incognite carta della Cassazione che in queste ore sta ricevendo le istanze di ricorso di tutti gli imputati del lungo processo Scazzi. I quaranta giorni dalla pubblicazione delle motivazioni, infatti, scadono per tutti tra oggi e martedì prossimo, dipende da quando hanno ricevuto la notifica del deposito. Sei imputati, in tutto, tra cui Sabrina con la madre Cosima Serrano, ad entrambe l’appello ha dato il massimo della pena ritenendole le esecutrici materiali del delitto; Michele Misseri, madre e marito delle due imputate principali, che deve difendersi dall’accusa di soppressione di cadavere e da una pena ad otto anni di carcere; per lo stesso reato, sempre in appello, ha avuto una pena di 5 anni e 11 mesi di carcere (6 anni in primo grado) un fratello di zio Michele, Carmine Misseri; un anno e quattro mesi a Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri che in primo grado era stato condannato a due anni per favoreggiamento personale; infine un anno e 4 mesi per Giuseppe Nigro che deve rispondere di favoreggiamento.

Naturalmente l’attenzione maggiore è tutta riservata alle due imputate principali, le uniche ancora in carcere con il rischio di rimanerci a vita. Due donne, mamma e figlia, con la terribile accusa di avere ucciso, strangolandola, la loro parente di quindici anni che investono oramai tutto sulla corte suprema di Roma. «Sabrina Misseri è serena e sembra quasi convinta che i giudici di Roma le daranno finalmente giustizia», è il commento di uno dei suoi avvocati, Marseglia appunto che con il professore Coppi ha lavorato sulle circa 250 pagine che compongono il ricorso alla Cassazione. Secondo le ipotesi più favorevoli alla difesa di Sabrina Misseri, la sentenza definitiva dovrebbe vedere la luce entro la prossima primavera.
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