Muore a 45 anni dopo un intervento di colecisti: indagati 6 medici

Muore a 45 anni dopo un intervento di colecisti: indagati 6 medici
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Lunedì 30 Maggio 2016, 06:54 - Ultimo aggiornamento: 17:12
Sei indagati per un decesso sospetto nell’ospedale Santissima Annunziata. A far scattare l’inchiesta del sostituto procuratore della Repubblica Giovanna Cannarile un intervento chirurgico, che ha avuto esito infausto, effettuato su una paziente di 45 anni, Carmela Castellana. Secondo quanto è stato possibile sapere, la donna era stata ricoverata nella struttura sanitaria tarantina in cui dove essere operata di colecisti, probabilmente per una serie di calcoli.
 
In ogni caso, l’equipe medica dell’ospedale aveva preparato la paziente per l’intervento chirurgico, considerato abbastanza routinario.
Purtroppo, qualcosa non è andato per il verso giusto, dal momento che durante l’intervento la situazione è degenerata a tal punto che la povera quarantacinquenne, purtroppo, non si è più svegliata.

Ovviamente, i primi ad attivare tute le pratiche d’urgenza necessarie per evitare il decesso della donna sono stati i medici dell’ospedale tarantino. Inutilmente.
E proprio dall’ospedale è partita la prima indagine interna per capire cosa sia accaduto esattamente nel corso dell’intervento chirurgico.
La disperazione dei familiari della povera donna è stata indicibile. Ed è subito partito un esposto che punta ad accertare le cause di quel decesso.
Il fascicolo è finito all’attenzione della dottoressa Cannarile che ha disposto l’esame autoptico con conferimento dell’incarico ad un consulente.
L’affidamento dell’autopsia è previsto quest’oggi a Palazzo di giustizia. Come atto dovuto sono stati indagati tutti i medici che si sono occupati della posizione della povera Carmela, il cui decesso risale al 21 maggio scorso.

Come è prassi in questa circostanza, il pubblico ministero inquirente chiederà al consulente di accertare se nel caso specifico sia stato rispettato il protocollo sanitario, prima e durante l’intervento.
L’esperto dovrà verificare, in sostanza, se vi siano stati errori o negligenze nella gestione di quell’intervento; se l’evento si sarebbe potuto evitare attraverso condotte di tipo differente, oppure se si è verificato all’improvviso come fatto accidentale e imprevedibile.
I medici che sono stati chiamati in causa nel decesso della quarantacinquenne, originaria della provincia di Bergamo, hanno la facoltà, attraverso i difensori di fiducia, di nominare propri consulenti di parte. Questi ultimi hanno così la possibilità di affiancare il consulente nominato dalla procura nel corso dell’esame autoptico.
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