Brandimarte al Pd: «La mia candidatura è autonoma»

Brandimarte al Pd: «La mia candidatura è autonoma»
di Paola CASELLA
4 Minuti di Lettura
Sabato 25 Febbraio 2017, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 18:43

«In questa fase non rilascio interviste, ma vorrei dire solo una cosa: mi auguro con tutto il cuore che l’incomprensione possa essere presto superata perché la città ha bisogno di unione». Così, ieri Massimo Brandimarte, ex presidente del Tribunale di Sorveglianza di Taranto, a proposito della frattura tra i rappresentanti dei partiti al tavolo del centrosinistra ed il sindaco Ippazio Stefàno con la lista civica Sds. Causa della rottura sono state le dichiarazioni di mercoledì del primo cittadino in merito alla decisione degli Sds di non fare le primarie e di puntare proprio sulla candidatura dell’ex presidente del tribunale di sorveglianza, con o senza il resto dei partiti della coalizione. Una vicenda che è andata ad amplificare il disappunto suscitato, la settimana precedente, dall’iniziativa degli Sds di chiedere a mezzo stampa al dottor Brandimarte di candidarsi per la guida di Palazzo di Città.
I partiti del centrosinistra, infatti, si sarebbero aspettati, così come deciso nella riunione della sera prima, che la loro proposta venisse avanzata intorno al tavolo, insieme a quelle delle altre forze politiche.
Il magistrato in pensione chiarisce poi la sua posizione rispetto alla questione: «Non entro nel merito della vicenda, perché è tutta di natura politica ed io ne sono estraneo. Al momento guardo la situazione dal mio osservatorio. Mi auguro, tuttavia, che i fili del dialogo vengano ripresi. C’è un proverbio molto bello che dice: “Saluti inattesi sciolgono malintesi”. Se concorrerò alla carica di sindaco lo farò in maniera autonoma. Non sarò un candidato di derivazione, anche se sono molto onorato che gli Sds ed il sindaco abbiano pensato a me. Valgo per la mia persona e posso assicurare onestà e trasparenza».
Le parole del dottor Massimo Brandimarte gettano, dunque, acqua sul fuoco di una polemica culminata giovedì nelle dichiarazioni del coordinatore provinciale del Pd Costanzo Carrieri in cui egli augurava «buon lavoro a chi aveva deciso di correre da solo». Si vedrà, adesso, se gli Sds tenteranno di cucire lo strappo, tornando a sedere al tavolo del centrosinistra oppure se sono determinati a proseguire per la loro strada. La riunione dovrebbe svolgersi all’inizio della prossima settimana.
Intanto, è stata convocata per lunedì, alle 17.30 nella sede del Pd di via Principe Amedeo, l’assemblea cittadina del Partito democratico. All’ordine del giorno c’è un solo argomento: le elezioni amministrative al Comune di Taranto. Parteciperanno: il coordinatore provinciale del partito Costanzo Carrieri, Sergio Scarcia e Tommy Lucarella, rispettivamente presidente e segretario dell’assemblea, gli onorevoli Michele Pelillo e Ludovico Vico. Nel corso dell’incontro il Pd cercherà di giungere ad una sintesi riguardo le istanze di candidatura avanzate all’interno del partito.
A voler scendere in campo al momento sarebbero in tre: il capogruppo del Pd al Comune Gianni Azzaro, il presidente del consiglio comunale consigliere comunale Piero Bitetti e il vice sindaco ed assessore ai Lavori pubblici Lucio Lonoce. Il nodo è difficile da sciogliere, visto che il Partito democratico ha deciso di non fare le primarie, per andare incontro alle esigenze di altri partiti della coalizione che hanno respinto l’ipotesi. Una scelta, quella del Pd, che ha creato dissapori al proprio interno, visto che per alcuni le primarie avrebbero costituito lo strumento migliore per operare la selezione della figura più capace di attrarre il consenso popolare.
 
Adesso, invece, lo sforzo di sintesi è tutto sulle spalle del Pd e soprattutto affidato alla disponibilità di due dei tre pretendenti di fare un passo indietro. Nel caso in cui non si riuscisse a raggiungere una mediazione, lo sguardo si sposterà su figure esterne. Da qualche tempo, infatti, il Pd sta guardando con attenzione al mondo delle professioni e, forse, già lunedì l’onorevole Michele Pelillo potrebbe avanzare il nome di un possibile candidato proveniente dall’ambiente forense. Il nome su cui si raggiungerà la convergenza sarà poi presentato al tavolo del centrosinistra.
Intanto, anche le forze di centrosinistra che hanno rinunciato a sedere al tavolo della coalizione sono alla ricerca di candidature alternative. Tra queste la lista, che fa riferimento al consigliere regionale e comunale Gianni Liviano ed al consigliere comunale Dante Capriulo, Noi democratici per la città che vogliamo. Nella stessa condizione si trova pure Sinistra Italiana che ha annunciato che non stringerà alleanza con il Pd, mentre l’ex consigliera regionale Annarita Lemma ha dato la sua disponibilità a candidarsi.
Al lavoro anche le forze del centrodestra, in attesa di conoscere la decisione della dottoressa Stefania Baldassari.

La sua candidatura, avanzata dai movimenti civici, potrebbe catalizzare il consenso di tutti i partiti che storicamente hanno fatto parte della coalizione, compresa At6 Lega d’azione meridionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA