Ago si spezza in vena: i Nas bloccano il lotto

Ago si spezza in vena: i Nas bloccano il lotto
di Mario DILIBERTO
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Martedì 24 Ottobre 2017, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 22:01
L’ago si è spezzato proprio al momento di essere estratto. Ed una parte è rimasta nella vena della paziente.
Un corpo estraneo che è stato portato via dal flusso del sangue. Ed ora la malcapitata è sotto osservazione in attesa di individuare quel frammento di ago che va recuperato. Allarme nei giorni scorsi in una clinica privata jonica per la disavventura capitata ad una donna. A cedere, durante un controllo, è stato “l’ago cannula”. In pratica si tratta di un dispositivo periferico che consente l’accesso venoso attraverso il quale, in caso di necessità, è possibile somministrare medicinali al paziente. Stando a quanto si è appreso, la malcapitata tarantina stava effettuando un controllo in cui è previsto l’uso di quella cannula.
L’allarme è scattato proprio nel momento in cui l’ago è stato estratto.
L’infermiere che stava effettuando l’operazione, infatti, ha tirato fuori dal braccio della donna l’ago e si è subito reso conto che qualcosa non andava. Perché il dispositivo mancava di un pezzo che evidentemente si era spezzato mentre l’ago era ancora in vena. Subito è scattato l’allarme, ma la verifica non ha potuto fare altro che confermare quello che lo stesso infermiere aveva notato immediatamente. L’incidente, peraltro, è particolarmente strano in quanto proprio quei tipi di dispositivi sono muniti di aghi realizzati in maniera tale da evitare incidenti di questa natura. Fatto sta che la donna è stata ricoverata d’urgenza ed è sotto osservazione, con in programma una batteria di accertamenti che dovranno servire ad individuare ed a rimuovere quel corpo estraneo.
 
Mentre i suoi familiari hanno subito presentato una denuncia ai carabinieri, chiedendo di fare piena chiarezza sulla vicenda e su eventuali responsabilità.
Sull’episodio sono state avviate subito le indagini che sono state condotte dai carabinieri di Taranto supportati dai colleghi del Nas, il nucleo antisofisticazioni dell’Arma. Al netto dell’incidente, infatti, resta da comprendere come sia stata possibile la rottura di quell’ago.
Tra le letture che si sono fatte avanti, anche quella di una partita di “ago cannule” difettose. Per questo gli uomini del Nas, dopo aver esaminato il dispositivo utilizzato nel caso della paziente, sono risaliti al lotto della fornitura che è stato precauzionalmente sequestrato. Accertamenti, peraltro, stando a quanto filtrato dal riserbo imposto al caso, sono stati avviati anche in altre strutture sanitarie in cui sono state inviati “ago cannule” della stessa casa produttrice e in particolare dello stesso lotto sul quale si sono spalancati i fanali degli investigatori.
 
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