Agenzia al porto: un decreto legge come salvagente

Agenzia al porto: un decreto legge come salvagente
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 10 Dicembre 2016, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 20:55
Il tutto per tutto per confermare l’Agenzia governativa per la riqualificazione e la fornitura di lavoro per gli oltre 500 ex dipendenti della Taranto Container Terminal. Questa mattina, alle 9.30, il deputato tarantino del Pd Ludovico Vico e la viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova hanno incontrato i sindacati nella sala dell’Autorità portuale. Oltre alle strade già emerse - decreto Milleproroghe o Omnibus - si fa spazio un’ipotesi: un decreto legge ad hoc per confermare il provvedimento e tutelare i 518 lavoratori di Taranto e i 400 di Gioia Tauro.
Il senso della riunione di oggi è questo: metterci la faccia. E assicurare a confederali e sindacati di categoria che il prossimo governo sarà pressato per mantenere gli impegni presi. Impegni che riguardano quasi mille persone sottoscritti dinanzi a tre ministeri e la presidenza del Consiglio. Occorre fare un passo indietro per ricordare quanto successo. A seguito della crisi del transhipment dei due porti, il governo decise in estate di istituire un modello di Agenzia per la fornitura di lavoro portuale e la riqualificazione professionale che garantisse “un’adeguata tutela dei lavoratori e il reimpiego flessibile nella fase di rilancio delle prospettive produttive e occupazionali”.
Alla riunione – coordinata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti – anche la viceministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova, il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali Franca Biondelli, il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, il prefetto Umberto Guidato, il presidente dell’Autorità portuale Sergio Prete, il commissario per le bonifiche e ambientalizzazione Vera Corbelli, il responsabile della Struttura di Missione Giampiero Marchesi e le delegazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil. La soluzione fu approvata ovviamente anche dal ministero dei Trasporti guidato da Graziano Delrio. Un incubatore di formazione professionale e occupazionale doveva reimpiegare i 518 operatori tarantini entro un periodo massimo di trentasei mesi a partire dal prossimo anno. Succede però che qualche giorno fa è scoppiato il terremoto referendum con le implicazioni note a tutti. Quelle più strettamente correlate alla questione riguardano la Legge di Bilancio approvata in Senato con la fiducia e col testo licenziato qualche giorno prima. Quindi, senza alcuni emendamenti cassati dalla commissione Bilancio della Camera tra cui proprio quello relativo all’Agenzia governativa. Adesso occorre trovare uno strumento legislativo alternativo alla Legge di Bilancio per approvare il provvedimento.
Alle opzioni già emerse, Milleprororghe e Omnibus, potrebbe aggiungersi proprio quella di un decreto legge ad hoc. I due onorevoli insisteranno con il prossimo governo per non lasciare incompiuto un lavoro che aveva finalmente portato alla soluzione. Oggi con i sindacati si ribadirà un concetto: la vertenza portuale di Taranto va oltre qualsiasi bandiera e scelta politica. Anche perché ci sono le firme e gli impegni istituzionali di ministeri e presidenza del Consiglio. E intanto, com’era prevedibile, è stata annullata la riunione del Tavolo istituzionale per Taranto, seguito da Palazzo Chigi, che era stato programmato da tempo per lunedì.
Il sottosegretario De Vincenti ha comunicato al sindaco Stefàno che lascerà un rapporto con le iniziative avviate e quelle in itinere nell'ambito del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto in modo da impegnare il nuovo governo". Il Tavolo per Taranto si occupa di seguire il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis), che ha riassegnato all'area di Taranto circa 850 milioni di risorse destinate al molo polisettoriale del porto, all'Arsenale della Marina Militare per la realizzazione di un polo museale con finalità turistiche.
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