Palmieri e Piangerelli in coro: "Lecce, ripeti la nostra impresa del 1997 con il Milan"

Casale e Palmieri in Milan-Lecce del 1997
Casale e Palmieri in Milan-Lecce del 1997
di Antonio IMPERIALE
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Sabato 22 Aprile 2023, 05:00

Lecce, ricordi? Era d’autunno. Si giocava solo di domenica, allora. Correva il 19 ottobre del 1997, verso il tramonto del secolo scorso. Nel Salento si viveva di nuovo l’ebbrezza della serie A. Cinque partite, cinque sconfitte, anche sonore. Alla sesta giornata si andava in scena a San Siro contro il Milan che aveva richiamato Fabio Capello dal Real Madrid. Sulla panchina giallorossa c’era Cesare Prandelli. «Accadde qualcosa di incredibile, di straordinario, quel giorno: vincemmo la prima partita della stagione battendo lo squadrone rossonero».
Si voltano indietro Checco Palmieri e Gigi Piangerelli, entrambi impegnati a far crescere i ragazzi del Sassuolo, insieme con un altro ex leccese come Mimmo Francioso. Palmieri è il responsabile del settore giovanile, un lavoro eccellente svolto da anni, che gli è valso il 20 febbraio scorso, a Coverciano, il prestigioso premio Mino Favini, come “miglior responsabile del settore giovanile”. Non si dà arie, Palmieri, uno che crede nei giovani e che afferma convinto. «È stato molto bello essere premiato dal voto dei miei stessi colleghi. Dobbiamo credere nei giovani italiani, scoprire i nostri talenti, non è solo importante comprare i giocatori, è fondamentale formarli». Ed il Sassuolo è un grande esempio, sotto questo aspetto. 
Segnò dieci gol in quel campionato del 1997, Palmieri, ma a San Siro, con la fascia di capitano, si fece parare il calcio di rigore da Taibi, che difendeva la porta di un Milan, che contava sui vari Costacurta, Albertini, Donandoni, Weah, e che rimase in dieci per l’espulsione di Savicevic. «Mi è rimasto il rimpianto, ma la gioia di quel successo ce lo portiamo per la vita». E gli fa eco Piangerelli. Ti snocciolano ancora le formazioni, come se avessero giocato ieri. «Nel Lecce c’era in porta Lorieri, poi avevamo Sakic, Vialli, Cyprien, Annoni, e ancora Rossi, Govedarica, Martinez, Piangerelli, ed io giocavo davanti a tutti». Piangerelli ricorda. «Andammo subito in vantaggio con Govedarica, un bel gol di testa, raddoppiò Casale su calcio di rigore. La rete del Milan fu un autogol di Cyprien». Ed in coro ti raccontano la magia del finale. «Venne a trovarci negli spogliatoi il presidente del Milan Silvio Berlusconi e si complimentò con tutti noi per la prestazione. Fu un motivo di orgoglio per tutti. Fu anche un successo per l’allenatore Prandelli, era anche lui alla fase iniziale della carriera, capimmo tutti che avrebbe fatto strada. E ci mancò quando dovette andar via nel corso del campionato».
Fu una vittoria storica, rimasta unica nel tempo. «Nel girone di ritorno cambiò la marcia ma retrocedemmo - dice Palmieri -. Pagammo quell’anno gli errori compiuti dopo la promozione in A. Non capimmo mai perché erano stati lasciati andar via giocatori importanti come Francioso o altri. Mi dispiacque moltissimo per Semeraro». E Piangerelli dice: «Mettemmo comunque le basi per il futuro. Ci riprendemmo la serie A con Sonetti e riuscimmo anche a difenderla». 

Storie di ieri, ricordi indelebili

Storie di ieri. Questo Lecce di oggi la serie A vuole difenderla a denti stretti. E cerca un successo da sette giornate. San Siro proibito per via di un Milan lanciatissimo verso l’Europa? «È un grande Milan, quello che aspetta il Lecce - dice Palmieri -. Sembra in massima forma, a Napoli si è vista ancora una squadra molto ben organizzata, che sa fare molto male nelle ripartenze. Può accadere che un po’ per stanchezza un po’ per l’euforia del risultato prenda sotto gamba il Lecce. La squadra salentina però ha dimostrato di saperci contro le grandi. È una squadra che ha delle individualità come Baschirotto, Umtiti, un campione vero, e come Hjulmand, Strefezza, Di Francesco. Nelle ultime due giornate avrebbe meritato di più. Ho letto di un inizio di contestazione. Con le neo promosse bisogna avere pazienza. Nella volata salvezza ha 5 punti di vantaggio che non garantiscono tutto ma che non consentono che si faccia una tragedia per la lunga assenza della vittoria. Nelle difficoltà bisogna essere uniti, ha ragione il presidente Sticchi Damiani. Sarebbe bella un’altra sorpresa. Che quel colpo grosso del nostro Lecce non restasse ancora isolato». 
Dice Piangerelli, una lunga storia leccese sulle spalle. «Questo Lecce mi pare che stia disputando un buon campionato, sempre a distanza dalla zona rossa, capace di esprimere un bel gioco, è una squadra che ha dei valori e che sta pagando una serie di episodi particolari.

Il Lecce è un bel mix, che ha pagato una fase negativa dalla quale però ha dato segnali significativi sulla voglia e sulla capacità di uscirne. Dovrà affrontare il Milan con lo stato d’animo positivo, con il coraggio di provare a fare la partita, con una intensità alta, e magari con un po’ di follia».

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