Taranta, Gualazzi nuovo maestro concertatore

Taranta, Gualazzi nuovo maestro concertatore
di Claudia PRESICCE
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Sabato 27 Maggio 2017, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 19:12
Sarà il jazz quest’anno a scompaginare e rivestire, ancora una volta, il Festival della Notte della Taranta. Il rinnovamento continuo, si sa, è alla base del successo della rassegna che ormai da vent’anni mette al centro la musica popolare salentina, culminando nella magica e suggestiva notte di Melpignano. E anche per il concertone del 26 agosto 2017 la sorpresa ha un nome e un cognome inaspettato: Raphael Gualazzi.
Il vento jazz del cantautore pianista urbinate sugli spartiti del battito della terra del Salento sarà una vera miccia accesa sull’imprevedibile. Niente del genere si è mai visto prima. L’idea che i semplici accordi di “Lu rusciu de lu mare” o di “Kalinifta” (per citare due tra i titoli più noti) si allunghino all’infinito e si rimpastino dietro giri di note impossibili, furiosi e vorticosi del miglior jazz all’italiana, è piuttosto eccitante.
Il tempio della Notte della Taranta in venti edizioni si è lasciato conquistare da tante contaminazioni che sulla carta sembravano impossibili. La pizzica così ha attraversato frontiere, scavalcato muri e superato confini: ha dimostrato che la musica sa parlare un linguaggio universale sempre e che la convivenza delle diversità genera capolavori. Basta ricordare il tocco dell’inventore del jazz elettrico Joe Zawinul nel 2000, che per la prima volta segnò l’arrivo di uno “straniero” sul podio a dirigere musicisti popolari del “vecchio” Salento. Oppure il segno del rock del batterista americano dei Police Stewart Copeland del 2003, un’altra rivoluzione destinata a grandi successi e ad echi internazionali. Poi la svolta “più folk” con i tre anni di Ambrogio Sparagna che si impegnò nella sistemazione dell’Orchestra che diventò un organismo autonomo e fortissimo. L’eleganza di Ludovico Einaudi mostrò in due edizioni potenzialità che nessuno pensava che i semplici accordi della pizzica potessero avere, così come i precedenti tre anni di Mauro Pagani avevano aperto alla multiculturalità. La scorsa edizione, firmata dalla signora della musica italiana Carmen Consoli, ha puntato sul rigore e sulla bellezza originaria della tradizione. Ma nominare tutte le innovazioni e gli arricchimenti dovuti alle precedenti presenze sul podio, è quasi impossibile.
Meglio guardare al futuro che si colora ancora di emozioni nuove, preannunciate dalla freschezza di un giovane “folle” talento italiano.
L’ufficialità della notizia arriverà nei prossimi giorni con la presentazione a Roma dell’edizione numero 20 e con gli ulteriori dettagli. Ma è possibile pensare che Gualazzi sia stato “pizzicato” dai ritmi della nostra terra nel corso dei diversi concerti tenuti nel Salento negli ultimi anni.
In tour fino al 29 luglio con il suo “Love life peace tour”, Gualazzi ha probabilmente già una sua idea sulla rivisitazione della musica popolare salentina. E c’è da scommettere sul ruolo “protagonista” che potrà avere il pianoforte. Arriverà a Melpignano, Gualazzi, per cucire la sua Notte, con un ricco bagaglio, tra soul, ragtime, blues, jazz nelle sfumature più libere, con i colori dei territori in cui ama spingersi con la sua musica.
E porterà la sua vasta preparazione che spazia dal pre-jazz e da “classici” come Scott Joplin o Ray Charles, fino a svolte pop contemporanee che, in ogni caso, lui rivisita sempre appropriandosene in maniera del tutto origi
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