Sigillo dell’Università per la Consoli: la “cantantessa” si racconta e incanta l'ateneo salentino

Sigillo dell’Università per la Consoli: la “cantantessa” si racconta e incanta l'ateneo salentino
di Azzurra DE RAZZA
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Venerdì 22 Luglio 2016, 21:11 - Ultimo aggiornamento: 22:45

«La società in cui viviamo si è abbandonata ad un modo di comunicazioni sintetico, e non perché si rifaccia ad un concetto di minimalismo, sia chiaro. Si rifà, invece, ad un’idea orwelliana di restringimento delle cose, perché, semplicemente, il messaggio arrivi prima. In un tweet dobbiamo dire tutto. Fino a qualche tempo fa ci prendevamo più tempo. Io sono qui convinta che ci voglia tempo, perché la bellezza delle cose ama nascondersi». Esordisce così Carmen Consoli nell’incontro, organizzato da Università del Salento e Fondazione La Notte della Taranta, che l’ha vista, per un pomeriggio, in cattedra, davanti agli studenti dell’ateneo salentino. 

 

Il maestro concertatore della 19esima edizione del concertone che richiama almeno 200mila persone nello storico piazzale di Melpignano, ha ricevuto dalle mani del prorettore Domenico Fazio il sigillo dell'Università del Salento: si tratta di un simbolo realizzato dal gruppo di ingegneria dei materiali che l'ateneo salentino ha voluto consegnare all'artista siciliana, oltre che per la sua attività, nel ventennale dal primo esordio discografico, anche e soprattutto come riconoscimento dell'impegno e dell'intensità con cui la cantautrice si è avvicinata a questo nuovo ruolo in terra salentina. «Anche per noi musicisti i tempi sono cambiati, adesso i dischi si fanno con questi nuovi metronomi, con strumenti che quantizzano quello che fa il musicista - continua la catanese - per andare in radio oggi, più di due accordi non devi usare. Una volta, invece, la prova del successo era il cosiddetto vivaio. Io credo ancora nella disciplina e nel sudarsi il lavoro. E nelle radici. In questo contesto, in un'epoca in cui tutto si basa sulla sintesi, sulla velocità, La Notte della Taranta rimane una preziosa rarità, un bell’esempio di come si possa e si debba tornare a riflettere sulle origini, su ciò che si è, prima ancora che su ciò che si fa». 

In vista, per lei, una laurea honoris causa, di cui comunque la consegna del sigillo è un preludio. «Non tutti gli illustri personaggi che hanno ricevuto i più importanti riconoscimenti di questa Università, sono in grado di esprimersi in questa maniera» ha prontamente detto, proponendo poi la futura consegna della laurea ad honorem, Gianfranco Salvatore, docente di etnomusicologia dell’ateneo salentino, a cui è stato dato il compito di tenere le redini dell’incontro, anche in virtù della sua esperienza di cofondatore e direttore artistico delle prime tre edizioni del Festival de La Notte della Taranta.

Guarda caso, l’incontro di ieri nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza è servito a ripercorrere la vita del progetto Taranta, essendosi ritrovati accanto, al tavolo dei relatori, dopo oltre un decennio, due degli ideatori del Festival, e cioè Salvatore e l’attuale presidente della Fondazione, Massimo Manera, che insieme a Sergio Blasi, Lucio Meleleo e Maurizio Agamennone, durante una cena conviviale, idearono l’evento. A completare il quadro di ieri anche la presenza di Daniele Durante, oggi direttore artistico della Taranta, allora incaricato dei rapporti con i musicisti. «Credo che la presenza di Carmen quest’anno sia preziosa perché ha preteso di ripartire dal patrimonio culturale e musicale che abbiamo, e di dare la giusta attenzione al linguaggio del Salento e, al contempo, un’identità forte all’orchestra» ha detto Durante. 

Carmen Consoli tornerà nel Salento tra dieci giorni per continuare a provare con i musicisti salentini, in attesa del concertone finale di Melpignano in programma sabato 27 agosto.

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