Taranta, sguardo al futuro
Consoli: felice se mi richiameranno

Carmen Consoli sul palco della Taranta
Carmen Consoli sul palco della Taranta
di Azzurra DE RAZZA
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Lunedì 29 Agosto 2016, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 16:47
La Taranta “Consoli”, in bilico, alla fine, nonostante tutto, è riuscita a suonare. Quattro ore di concerto diventato “maratona di solidarietà” a nome della “Puglia per la ricostruzione”, a favore dei territori del centro Italia martoriati dal sisma, ormai una settimana fa. Ha rischiato di saltare, nel giorno di lutto nazionale, ma ha trovato le condizioni per andare in scena comunque, diventando sostegno nel momento del bisogno. Questa è la storia della Notte della Taranta 2016 conclusasi sabato, poco prima dell’alba di domenica. Spente le luci, ogni anno, puntualmente, si arriva, poi, al “cosa accadrà adesso?”. Ed è sempre troppo presto per prefigurare l’edizione successiva. Ma per tirare le somme e fare bilanci, no. Nemmeno per chiedersi se la direzione presa è quella giusta, se la struttura è matura per continuare il cammino senza mettere in discussione parti di essa. Di certo, qualcosa è accaduto quest’anno, nel bene e nel male.

È stato l’anno della prima donna sul podio. Entusiasta come una bambina, dall’inizio alla fine. “È nato un piccolo grande amore, che già esisteva tra me e la Taranta, quando ci venivo da fan” ha detto qualche settimana fa. “Il legame è ormai indissolubile, spero mi chiamino pure il prossimo anno, anche solo come musicista” ha ribadito nei giorni scorsi. E adesso? “Non ve lo so dire - chiude veloce Consoli -. Magari hanno in mente un altro maestro concertatore o hanno altri progetti. Ancora troppo presto per pensarci”. Anche perché il prossimo sarà il ventennale. Cifra tonda chiede responsabilità nella misura in cui crea aspettative diffuse.

Intanto è stata anche l’edizione in cui per la prima volta si è consacrata l’importanza dell’Orchestra Popolare de La Notte della Taranta come elemento portante, testimone che passa tra le mani dei maestri concertatori che si susseguono di anno in anno, composta da musicisti che non possono essere - e non sono - meri esecutori ma portatori di tradizione e custodi del suono, dei testi e dell’evento stesso. Tra di loro, ci sono elementi entrati alle prime edizioni ed ancora lì, così come new entry. Per la prima volta, in questi mesi, si è parlato di rendere “stabile” l’Orchestra Popolare salentina, il che vuol dire, tra l’altro, scommettere su un lavoro più continuativo, tra prove e concerti, durante tutto l’anno, chiedendo, dunque, ai musicisti di investire maggiori risorse nel progetto Taranta.

È il direttore artistico del Concertone, Daniele Durante, a credere fortemente in questo cambiamento e a sostenerlo: “Sono entrato con questo proposito nella Fondazione La Notte della Taranta e sono convinto che mi verranno forniti gli strumenti necessari” ha detto più volte. Il prodotto Taranta meriterebbe certo tour più corposi rispetto a quelli già in essere, e anche a questo punta Durante, nello staff da meno di un anno. Ha segnato questa edizione avendo lavorato a strettissimo contatto con il maestro concertatore 2016. Da musicista, ha partecipato attivamente alla scrittura di parte del concertone, insieme con Carmen Consoli e con l’Orchestra, condividendone anche il palco - è stato il primo direttore artistico a salirci, con in braccio la sua chitarra, per accompagnare la “cantantessa” su due brani. Quasi una condirezione, per alcuni aspetti, quella di quest’anno, condividendo, a quanto è parso, gli obiettivi.

È stata la Taranta senza superfluo questa, dell’introspezione, del linguaggio musicale lineare, senza forti contaminazioni, delle ospiti tutte donne - grandi voci che hanno messo il cuore, della scelta di brani che mai erano stati fin qui suonati nella piazza di Melpignano. È stato l’anno del lungo lavoro di prove con l’Orchestra, “a lavorare come una band” ha ripetuto la siciliana, e quello visto lo scorso sabato è stato il risultato. Un lavoro senza sbavature, che sembra essere comunque piaciuto a buona parte degli addetti ai lavori e del pubblico, che nulla ha contestato, riempiendo una piazza oggettivamente meno straripante delle ultime edizioni. Tutti primati da cui ripartire per fare i conti con il futuro.
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