Giletti, addio alla Rai e torna in tv su La7. Con lui in redazione anche il leccese Danilo Lupo

Giletti, addio alla Rai e torna in tv su La7. Con lui in redazione anche il leccese Danilo Lupo
di Paola TROTTA
4 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Novembre 2017, 21:21

Massimo Giletti ritorna in Tv su La7 con il programma di approfondimento informativo “Non è l’Arena” tra commozione, lacrime e quell’amore-odio che lo lega indissolubilmente alla Rai, distacco che “mi ha cambiato per sempre” dice il noto conduttore. Nella prima puntata ospite Fiorello e approfondimento sul caso Tulliani. Tra i sei inviati della trasmissione anche il giornalista leccese Danilo Lupo.
 


Sentimenti contrastanti da innamorato tradito e abbandonato nei confronti della sua vecchia rete sono quelli emersi durante la presentazione stampa della sua nuova trasmissione d’informazione al via domenica 12 novembre in prima serata, tanto da non trattenere le lacrime quando è tornato ad affrontare la sua uscita da mamma Rai: «Devo dire grazie al mio gruppo di lavoro. Quando sono uscito dal colloquio con Orfeo ho detto loro che dovevano cercarsi un posto di lavoro. E loro mi hanno detto: “noi stiamo con te”, pronti a seguirmi anche altrove ma non potevo. È stato un dolore lasciare loro e quel mondo ma ora si volta pagina con una nuova squadra capace di fare lo scoop Tulliani già prima di partire».
Perché il titolo “Non è l'Arena”? «Ho recuperato il nome di ‘Non è la Rai’ di Gianni Boncompagni e perché io non sono più lo stesso dopo la tempesta umana e professionale che ho attraversato»,  dice rammaricato.
Il giornalista prova a mettersi alle spalle l'amarezza togliendosi però qualche sassolino: «Il passato è passato - dice - ho detto provocatoriamente che andavo in onda la domenica per andare contro Fazio, per fare titolo, anche perché abbiamo un budget che è un quinto del suo, non possiamo contrastarlo».
Giletti dice anche di aver parlato con Fabio Fazio e di non credere «che abbia chiesto lui di chiudere l'Arena», ma c’era invece in atto una volontà di «normalizzazione della domenica e una normalizzazione dell'informazione. C’era qualcuno che non mi voleva più far parlare. Il problema è stato il non capire che Massimo Giletti e Milena Gabanelli hanno una dignità. Non si può proporre di fare solo varietà ad uno che fa 4 milioni di spettatori di pomeriggio con l'informazione».
E alla domanda sul flop della nuova 'Domenica In', dice tagliente: «Il problema non sono le sorelle Parodi ma il fare polpette e frittelle al posto dell'informazione».

La prima puntata sarà incentrata in gran parte sul caso Tulliani portato allo scoperto da Daniele Buonistalli, con ospite in studio Lavitola. A dare man forte all'esordio di Giletti su La7 ci sarà Fiorello, in una forma ancora da scoprire. «Fiorello si è rivelato un vero amico, non smetterò mai di ringraziarlo per essermi stato vicino in questa difficilissima estate e per la prima puntata ci farà una sorpresa - dice Giletti -  e ringrazio anche la coraggiosa Maria De Filippi che mi ha invitato per sabato a 'Tu Si Que Vales' su una rete di un gruppo che magari mi avrebbe voluto lì. Diciamo che in questa vicenda ho visto qualche voltafaccia ma ho ritrovato tanti amici».

Il conduttore ringrazia anche la nuova squadra di lavoro, composta da sei inviati, con cui ha iniziato il nuovo cammino, tra i quali il giornalista leccese Danilo Lupo che Giletti definisce «molto in gamba, ha esperienza di combattimento e sa stare sul campo come il resto della redazione».



Lupo, pronto alla nuova avventura, racconta: «Io mi occuperò soprattutto di questioni sociali e politiche: già nella prima puntata, tranne variazioni dell'ultimo minuto, è prevista una corposa pagina su sprechi e privilegi in una regione a statuto speciale che ho curato con due piccoli reportage.
Spero di portarmi dietro in questa nuova avventura professionale la passione civile che (dai tempi di TeleRama nel Salento fino alle più recenti esperienze con La Gabbia su La7) mi fanno credere al giornalismo: è uno strumento formidabile, capace di lasciare un segno nella realtà, e che può contribuire a costruire una società più sincera, più libera e più giusta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA