Detti napoletani a esame di maturità,
la mappa spopola su Facebook

La mappa concettuale realizzata da Raffaella
La mappa concettuale realizzata da Raffaella
di Gennaro Morra
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Venerdì 14 Luglio 2017, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 18:21
Brillante studentessa del liceo scientifico Don Carlo La Mura di Angri e aspirante chirurga, Raffaella cercava un’idea originale per costruire la sua tesina multidisciplinare da portare all’esame di maturità. E la dritta giusta le è arrivata dalla nonna, anche se involontariamente: «Un giorno, mentre studiavo Pirandello, ha esclamato: "ogni capa è 'nu tribunale!". E ho pensato che molti degli argomenti studiati potevano essere ricondotti a questi detti – spiega la 18enne –. Poi mi divertiva quest'idea, la trovavo originale, diversa dai soliti percorsi pluridisciplinari sentiti e risentiti». A rafforzare il suo progetto un po’ stravagante una fanpage di Facebook, “La parlata igniorante”, rigorosamente con la “i” prima della “o”, che raccoglie detti e proverbi napoletani, una pagina seguita da più di 110mila utenti. «Collegare tutto non è stato difficile, conoscendo abbastanza proverbi e vivendo in un luogo in cui si parla soprattutto a forza di detti – racconta ancora Raffaella –. E quella pagina mi ha convinto ancora di più che la mia idea non era poi così "ignorante" come pensavo e mi ha dato il coraggio per presentarmi all'esame con quel percorso».
 
Anche i professori hanno appoggiato quell’approccio così originale, venuto fuori dalla commistione tra la saggezza di una nonna e i post goliardici pubblicati su un social network: «Solo il prof di matematica all’inizio ha storto un po’ il naso, perché lui è del nord e non capiva lo spirito della mia proposta. Ma dopo essersi confrontato con gli altri docenti ha dato anche lui il suo assenso».
 
Così Raffaella ha realizzato un’immagine della sua mappa concettuale e, dopo aver discusso la tesina davanti alla commissione d’esame (proprio oggi ha saputo di essersi diplomata con 100), l’ha inviata ai gestori della pagina. «Quando abbiamo visto quella mappa siamo rimasti a fissarla increduli per un bel po’ e poi abbiamo riso tanto. La trovavamo folle e geniale al tempo stesso e non potevamo fare a meno di condividerla con il nostro pubblico – raccontano Enzo, Giuseppe, Valerio, Pasquale, Luigi, Salvatore, Davide e Ilario, otto ragazzi tra i 27 e i 37 anni, residenti tra la provincia a nord di Napoli e quella a sud di Caserta –. La nostra pagina è figlia di un pomeriggio di due anni fa trascorso al parco Virgiliano, quando tra una birra ghiacciata e una patatina impregnata (‘nzevata) d’olio, ci siamo accorti che stavamo ripetendo a raffica quelle che sarebbero poi diventate le “Parlate Ignioranti”. Ma quello è stato solamente il momento in cui si è accesa la lampadina. In realtà siamo figli di tutte quelle espressioni che sono divenute col tempo parte integrante del nostro parlare quotidiano. Raccoglierle in un unico contenitore è stata una conseguenza naturale, quasi un’esigenza che abbiamo avvertito».
 
Un’attività che nasce come un gioco, un hobby da coltivare, ma che ha assunto connotati culturali: «Noi ci sforziamo di custodire e trasmettere il concetto di napoletanità – spiegano i ragazzi –. E la napoletanità passa necessariamente attraverso il nostro dialetto, una lingua che ci ha regalato espressioni bizzarre e a volte incomprensibili. Ecco, il nostro tentativo è quello di divertire e divertirci, ma anche quello di aprire le porte dell’”ignioranza” a chi non la conosceva o addirittura non proviene dalla nostra terra».
 
E ora che alcuni di questi modi di dire sono entrati addirittura in un esame di maturità, si può sancire che lo sforzo di questi ragazzi sta ricevendo la giusta ricompensa. Lo dimostra anche il clamoroso successo ottenuto dall’immagine della mappa concettuale realizzata da Raffaella e pubblicata sulla pagina, che ha registrato quasi 2mila reazioni, centinaia di condivisioni e di commenti. «Non mi aspettavo così tanti apprezzamenti – confessa la ragazza –. Mi ha fatto uno strano effetto vedere che a molte persone è piaciuto qualcosa che ho creato da sola».

 
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