L'Università del Salento è tra le prime trecento al mondo e quinta tra le italiane

L'Università del Salento è tra le prime trecento al mondo e quinta tra le italiane
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Venerdì 3 Ottobre 2014, 21:28 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 22:18
L’Università del Salento spicca il volo e nella classifica “Times Higher Education World University Rankings 2014-2015”, redatta dalla Thomson Reuters: quinto posto tra le italiane e 263esima posizione tra le 400 Università al mondo censite. Un salto di 70 posizioni rispetto al 2013. L’Ateneo salentino passa, infatti, dal rank 301-350° dello scorso anno al posizionamento 251-275 di quest’anno, migliorando la propria performance e potendo dunque continuare a utilizzare il logo del ranking nella comunicazione istituzionale come ulteriore attestazione di qualità e prestigio.

Non solo. Unisalento è anche la prima Università del Sud Italia presente nella classifica mondiale delle migliori 400 accademie al mondo. L’Università “La Sapienza” di Roma è 323esima, mentre la “Aldo Moro” di Bari 379esima.



L’Ateneo salentino conferma, quindi, per il quarto anno consecutivo, il proprio complessivo profilo d’eccellenza nella didattica, nella produzione e diffusione della ricerca, nella capacità di innovazione in collegamento con l’industria e nei contatti internazionali. La “Times Higher Education World University Rankings” è una delle classifiche accreditate dall’Eua – European University Association, che riunisce 850 istituzioni accademiche in 47 paesi (la più grande organizzazione del settore in Europa). Il ranking si basa sull’analisi di 13 indicatori di performance raggruppati in cinque aree: Internazionalizzazione (7.5%), Ricerca (30%), Citazioni (30%), Entrate dall’industria (2.5%) e Didattica (30%).



Il miglioramento di Unisalento trova conferma anche nel posizionamento rispetto agli altri Atenei italiani, con un salto, come si è detto, al quinto posto rispetto all’undicesimo del 2013, a pari merito con l’Università degli Studi di Trento e dietro solo a Scuola Normale Superiore di Pisa, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Milano Bicocca, Università degli Studi di Pavia. «Il nostro Ateneo - commenta soddisfatto il rettore Vincenzo Zara - ha raggiunto quest’ottimo risultato grazie ai progressi misurati dagli indicatori di performance nelle aree della “Didattica”, “Internazionalizzazione”, “Ricerca” e “Citazioni”. Questo riconoscimento è frutto dell’impegno di tutti gli attori della comunità accademica: docenti, studenti, personale tecnico amministrativo e collaboratori esperti linguistici».



Una posizione in classifica raggiunta anche alle politiche del rettorato di Domenico Laforgia, considerato che il rettore emerito è rimasto in carica fino al 31 ottobre 2013. «Sono compiaciuto di vedere crescere ancora l’Università del Salento che nella classifica del Times Higher Education migliora ancora la sua posizione collocandosi nella fascia tra il 250° e il 275° posto - sottolinea, infatti, Laforgia -. L’anno scorso si posizionava tra le prime 350 Università del mondo guadagnando già rispetto al 2012. Questo brillante risultato ci vede nello stesso segmento delle Università di Trento e Torino ma davanti a Università come quelle di Bologna, Milano Statale, Padova, Pisa, Milano Politecnico, La Sapienza di Roma, Bari, Ferrara, Firenze e Roma III.



Il ranking - aggiunge il professor Laforgia - è stato realizzato sulla base di 10.536 valutazioni di esperti internazionali di 133 nazioni che sono state raccolte tra il marzo e il maggio del 2013, quindi, nel corso del mio ultimo anno di mandato di rettore dell’Università del Salento. È un successo che premia sacrifici enormi fatti durante gli anni di un rettorato che ha avuto come obiettivo prioritario la crescita dell’Ateneo salentino e che mette un ultimo sigillo di qualità alla mia amministrazione. Passare al settimo posto tra le università italiane presenti nel ranking mi fa enormemente piacere, lo dico senza false modestie, ringraziando per questo risultato tutta la mia squadra, prorettore vicario, prorettori e delegati. Mi auguro che questo trend si mantenga nei prossimi anni perché sarebbe proprio un peccato perdere posizioni così faticosamente raggiunte a livello mondiale».
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