L’immunità di gregge, secondo tutti gli esperti, è l’obiettivo per debellare definitivamente la pandemia e tornare alla normalità. Ma quali sono i requisiti per arrivarci? Fino a pochi mesi fa, si pensava che bastasse il 60-70 per cento di popolazione immune al coronavirus per far sì che il Sars-Cov-2 cessasse di diffondersi. Ma con il tempo, queste previsioni ottimistiche sono state ridimensionate.
#DrFauci explains how #COVID19 vaccines could bring herd immunity despite the emerging variants, emphasizing that it will take an efficient distribution process to help end the pandemic. https://t.co/XmT8899VMS #VaccinesWork
— AMA (@AmerMedicalAssn) February 26, 2021
L’Oms aveva fornito queste percentuali quando la pandemia era all’inizio, e non si erano ancora diffuse le varianti che, abbiamo imparato a capire, sono versioni potenziate del virus, che ne potenziano (principalmente) la trasmissibilità. L’immunologo americano Anthony Fauci, in una conversazione con il New York Times, ha rivisto al rialzo queste previsioni, anche perché ritiene che gli americani - dopo la vittoria elettorale di Biden - siano maggiormente inclini ad accettare dati scientifici accertati.
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Fauci ha alzato l’asticella gradualmente.
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L’esitanza di Fauci non era dovuta a incertezza scientifica, ma al fatto che gli americani, fino a poco tempo fa, erano molto esitanti ad accettare di vaccinarsi, e abbassare le stime poteva servire a convincerli, e soprattutto a non minare il morale della popolazione, provata da un anno di pandemia. «Su questo tema bisogna essere molto umili - ha detto Fauci - perché noi non sappiamo esattamente quale sia la percentuale che serve. Io credo che sia compresa tra il 70 e il 90 per cento».
Fauci ha detto che sarebbe disposto a “scommettere” sulla sua casa che il coronavirus “non è più contagioso del morbillo”. E per frenare un’epidemia di questa malattia, bisogna arrivare al 95 per cento della popolazione immunizzata.
Le conoscenze degli scienziati in materia
David M. Morens, epidemiologo dello stesso National Institute of Allergy and Infectious Diseases diretto da Fauci, sottolinea che le nostre conoscenze dell’immunità di gregge si fondano sugli studi sugli allevamenti animali, colpiti da malattie come la peste bovina e l’afta epizootica. In questi casi, si parla di 60-70 per cento, ma questi studi sono stati compiuti su animali facilmente controllabili nei loro movimenti, mentre per gli esseri umani sarebbe molto più difficile risalire a tutti i contatti e a tutti gli spostamenti.
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Una occasione di studio analoga a quelle offerte dagli allevamenti è stata offerta da una epidemia di coronavirus nell’unica portaerei in forze alla Marina francese, la Charles de Gaulle, dove nel marzo del 2020 si era verificata un’epidema di Covid. Christopher J.L. Murray, direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington, ha riferito al New York Times che a bordo 1064 dei 1568 uomini dell’equipaggio, vale a dire il 68 per cento, erano risultati positivi al virus. Ma quando la nave è tornata in porto, i marinai sono stati messi in quarantena, e quindi è risultato impossibile sapere se l’epidemia sarebbe continuata anche con questa percentuale di persone infettate.
Le altre difficoltà per stimare l'immunità di gregge
C’è poi una caratteristica del Sars-Cov-2 che rende ancora più difficile stimare il limite per una immunità di gregge: il gran numero di asintomatici, che possono contagiare molte persone alla volta. Ci sono poi le varianti, che rendono il virus molto più trasmissibile. Per questo anche altri esperti, come l’epidemiologo di Harvard Marc Lipsitch, sostengono che l’immunità di gregge possa subentrare con percentuali prossime all’85 per cento delle persone immunizzate.
Il governo delle Seychelles ha annunciato che entro metà marzo avrà immunizzato il 70 per cento della popolazione (in questo piccolo stato è facile, gli abitanti sono in tutto centomila). ma forse non basterà a produrre la sbandierata immunità di gregge. Qualche certezza in più potrebbe venire da Israele (quasi nove milioni di abitanti), dove il 40% della popolazione ha già ricevuto due dosi di vaccino e dove, in collaborazione con la Pfizer, si sta compiendo uno studio molto interessante sulla sua efficacia e sui dati epidemiologici. Quando ci si avvicinerà al raddoppio delle persone immunizzate, potremmo valutare, finalmente, anche la percentuale necessaria per raggiungere la fatidica soglia di sicurezza.
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