Il piano non si ferma: solo le buone pratiche distruggono il vettore

Il piano non si ferma: solo le buone pratiche distruggono il vettore
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Sabato 9 Maggio 2015, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 15:14

Il Tar del Lazio ne ha bloccato l’operatività per sette mesi, cioè fino a dicembre quando si esprimerà nel merito, ma gli agricoltori del Salento sono determinati ad andare avanti con il piano del commissario per l’emergenza, Giuseppe Silletti. «Lo abbiamo adottato volontariamente, è l’unico modo per contrastare l’avanzata della xylella, non possiamo permetterci di vanificare tutto quello che abbiamo fatto finora». A parlare è Giovanni Melcarne, uno dei portavoce della “Voce dell’ulivo”, il comitato spontaneo che ha già dato vita a diverse iniziative, tra cui quella del “#buonepraticheday”. «Insieme ad Aprol abbiamo deciso di adottare il piano del commissario Silletti in modo volontario, lo riteniamo l’unico programma ufficiale di contrasto al batterio.

Aspettare la decisione del Tar fino a dicembre significa dare spazio al batterio. Non possiamo perdere quello che abbiamo guadagnato, come ad esempio la riduzione del 40 per cento di erbicidi, la malattia deve essere combattuta, per questo è importante continuare con la lotta ai vettori, ormai siamo a maggio e gli insetti stanno diventando adulti, se abbandoniamo di nuovo le campagne rischiamo di perdere tutto». La speranza è che il Governo intervenga subito contro la decisione del Tar «magari con un decreto legge - si augurano dalle associazioni del settore - perché da qui fino a dicembre non si può sospendere tutto».

Lo stesso commissario Silletti, commentando la sentenza del Tar, l’altro ieri aveva detto «così perdiamo tutti e a vincere sarà solo il batterio.

I buoni risultati ottenuti in queste settimane di duro lavoro non devono essere vanificati». Un appello a non abbandonare le buone pratiche è stato lanciato pure da Cia Puglia: «Gli agricoltori delle province di Lecce, Brindisi e Taranto non devono sospendere le lavorazioni agricole che stanno compiendo negli oliveti, ma devono procedere necessariamente alla esecuzione delle pratiche colturali ritenute necessarie ad abbattere la presenza della “sputacchina”, il vettore che trasferisce l’infezione della xylella da una pianta all’altra.

Non ci permettiamo assolutamente di commentare una decisione del Tar, però non possiamo non sottolineare come la sospensione della operatività del piano Silletti sancita dal Tribunale amministrativo del Lazio, che si esprimerà nel merito tra 7 mesi, potrebbe davvero compromettere l’olivicoltura e l’economia pugliese oltre che l’intero paesaggio della nostra regione - hanno dichiarato dall’associazione -. La xylella fastidiosa non aspetta i tempi della giustizia. Non conosce la legge e le norme, ma può avanzare inesorabilmente. Ora questi ulteriori sette mesi potrebbero davvero dare il colpo di grazia ad una situazione di emergenza che, se non affrontata adeguatamente, potrebbe avere un impatto devastante sulla economia non solo agricola della Puglia».

Da qui l’invito agli agricoltori «a continuare ad eseguire correttamente le buone pratiche colturali indicate dalla scienza, a cui noi facciamo riferimento. Di questa emergenza deve farsi carico appieno la Comunità Europea oltre che il Governo nazionale rendendo immediatamente disponibili le risorse economiche da destinare alla ricerca scientifica, al risarcimento dei danni diretti e indiretti subiti dagli agricoltori e alle necessarie azioni di divulgazione». Intanto, la Commissione Ue prevede l’entrata in vigore «entro la settimana del 18 maggio» delle nuove misure anti-xylella approvate dal Comitato per la salute delle piante la scorsa settimana. È quanto si apprende da fonti comunitarie.

Sono infatti ancora necessari alcuni tempi tecnici per le traduzioni, le procedure di adozione e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue. Intanto Bruxelles aspetta di vedere nel dettaglio gli effetti della sospensiva del Tar, sottolineando però che questa si basa sul fatto che le misure nazionali si devono adeguare alle misure Ue del 28 aprile. La loro applicazione, una volta che saranno entrate in vigore, è responsabilità degli stati membri, ma la Commissione controllerà che vengano attuate correttamente con ispezioni regolari da parte dell'Ufficio veterinario Ue.

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