Xylella, tempo scaduto: tagli a spese degli olivicoltori

Xylella, tempo scaduto: tagli a spese degli olivicoltori
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 29 Maggio 2017, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 14:09
Xylella, il tempo a disposizione per tagliare le piante infette è ampiamente scaduto: da questa settimana la Regione Puglia comincerà ad applicare misure più drastiche contro gli olivicoltori che, pur avendo ricevuto regolare avviso, tramite notifica, non hanno provveduto ad abbattere gli alberi risultati infetti, dopo regolari analisi eseguite in più laboratori accreditati, come prevede la procedura.
Da ora in poi gli alberi saranno tagliati in danno: gli uomini dell’Arif entreranno nei campi - l’area interessata è quella di contenimento, tra le province di Brindisi e Taranto - e provvederanno a estirpare gli ulivi malati. Le spese, però, saranno addebitate ai proprietari che, non solo non percepiranno nessun soldo come indennizzo, ma saranno multati per non aver osservato l’obbligo previsto e notificato per tempo dagli uffici regionali e dovranno pure pagare tutti gli oneri previsti per l’abbattimento. Ma non basta. Per il futuro, saranno anche esclusi da qualsiasi beneficio previsto nelle misure del Psr (Piano di sviluppo agricolo) regionale, sia in termini di stanziamenti economici che di agevolazioni di diversa misura, comprese quelle che servono per l’acquisto di materiali e attrezzature.
La stretta sulla procedura di abbattimento è legata al fatto che l’Europa si è di nuovo contrariata del fatto che da quando, grazie all’intensa attività di monitoraggio, sono stati rilevati gli alberi infetti ad oggi le piante effettivamente sradicate si contano sulla punta delle dita. Motivo per cui la Regione Puglia ha deciso di passare alle maniere forti. L’obiettivo è quello di riuscire, entro il prossimo 10-15 giugno, dimostrare alla Commissione di Bruxelles di aver tagliato la maggior parte delle piante risultate positive alla xylella. L’urgenza è dettata dall’incontro del Comitato di sorveglianza per la salute e la sicurezza delle piante europeo in programma per il 20 giugno prossimo, giorno in cui si esprimerà definitivamente sul reimpianto cambiando la Decisione di esecuzione numero 789 del maggio 2015.
L’ok al reimpianto di cultivar resistenti - come il “leccino” e la “favolosa”, già indagate dai ricercatori con buoni risultati - è già stato dato a metà maggio, ma la firma ufficiale è prevista per il 20 del prossimo mese. Il timore è che, se la Regione non riuscisse a dimostrare di aver ottemperato agli obblighi previsti, Bruxelles potrebbe avere reazioni negative e fare marcia indietro sia sulla deroga al divieto di impianto che sull’export della vite e sulla salvaguardia degli ulivi monumentali. Non solo. Potrebbe anche valutare di applicare una nuova procedura di infrazione, con la conseguenza di multe salate per l’Italia.  
Vale la pena ricordare che le procedure già in vigore erano state ritirate proprio in virtù del grande lavoro svolto dal Dipartimento all’Agricoltura diretto dal professor Gianluca Nardone, che ha fatto del monitoraggio e dei campionamenti la priorità assoluta nel contrasto alla xylella fastidiosa. Infatti sono stati proprio quei numeri, frutto del monitoraggio, messo a punto dai 270 agenti fitosanitari dell’Arif, nelle zone contenimento e cuscinetto, ad impressionare favorevolmente l’Europa che ora, però, si aspetta che ai numeri messi su carta seguano i fatti, ossia gli abbattimenti degli alberi colpiti dal batterio, in modo da riuscire a contenere il contagio quanto più possibile nelle zone già colpite, evitando che l’infezione possa estendersi in quella che è attualmente la zona indenne. Dalle voci dei rumors si sa che L’Ue è molto risentita per i ritardi legati ai mancati abbattimenti delle piante individuate come infette alla xylella, per questo potrebbe non soltanto rimangiarsi la promessa sulla deroga al reimpianto, ma anche mettere in campo azioni molto dure che manderebbero all’aria il lavoro fatto finora.
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