Xylella, scatta l'allarme per un focolaio a Brindisi

Xylella, scatta l'allarme per un focolaio a Brindisi
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 31 Ottobre 2015, 22:10 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 11:16
Xylella, dopo Cerano si teme per un nuovo focolaio, stavolta segnalato a Brindisi città. Dalla struttura commissariale fanno sapere che al momento l’ipotesi di infezione non è confermata, però ammettono di aver fatto delle analisi in una zona proprio alle porte della città, dove gli ulivi hanno manifestato “bruscature” tipiche del disseccamento rapido tanto da richiamare l’attenzione degli esperti. «Ci sono ancora delle analisi in corso - rispondono dal team di Giuseppe Silletti - ma siamo in attesa dei risultati. Per il momento si tratta solo di normali monitoraggi, come tanti se ne fanno quotidianamente».



L’allarme di un nuovo focolaio sembra tutt’altro che azzardato, considerato che proprio la settimana scorsa altri due nuovi nuclei di infezione sono stati accertati a Cerano, anche questi in agro Brindisino, dopo quelli di Torchiarolo, San Pietro Vernotico, Cellino e Oria. Del resto, lo ha detto chiaramente anche Silletti, nelle due audizioni alla Camera e al Senato, che «la xylella galoppa, perché ha trovato nel Salento terreno fertile». Motivo per cui nella zona “cuscinetto” «bisogna abbattere, anche nel raggio dei cento metri».



Intanto, dopo l’individuazione dei focolai a Cerano gli uffici della Regione insieme all’entourage del commissario sono al lavoro per definire le nuove aree di infezione e, di conseguenza, per spostare il limite della “buffer zone”, cioè la zona di rispetto più a Nord per contenere il batterio, bloccandone il contagio. Notifiche sulle nuove infezioni e sui nuovi perimetri da individuare sarebbero già state inviate al ministero Politiche agricole e alla Commissione Europea in vista del prossimo Comitato fitosanitario permanente in programma a Bruxelles il 22 e il 23 di questo mese.



In attesa di questi nuovi appuntamenti, il piano-bis di Silletti continua nella sua applicazione. Da quando sono ricominciati gli interventi con le ruspe sono stati abbattuti volontariamente 1080 ulivi, dei quali 900 solo nella Tenuta di Tormaresca, a San Pietro Vernotico, benché le piante malate fossero solo otto. «Al momento risultano abbattute 433 piante di ulivo in provincia di Lecce e 664 in provincia di Brindisi», ha spiegato Silletti in audizione, sottolineando anche che lo «stato epidemiologico, attualmente, risulta accertato nei territori di 56 comuni della provincia di Lecce - dato sicuramente sottostimato - e 5 della provincia di Brindisi».



«L’avanzamento dell’epidemia, se confermata, sarebbe l’ulteriore prova del fallimento delle misure fin qui messe in campo, a partire dagli abbattimenti - sottolinea l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato -. Come diciamo da tempo, le eradicazioni sono dannose e inefficaci. E i fatti purtroppo ci stanno dando ragione, compreso l’inutile blocco alla commercializzazione delle barbatelle. Per questo, come richiesto più volte alla Commissione Ue e al governo italiano, è necessario promuovere con forza misure alternative, volte al contenimento dell’epidemia. Va fatta una battaglia a Bruxelles in tal senso - aggiunge l’europarlamentare dei 5 Stelle -, coinvolgendo la Francia, dove l’epidemia si sta allargando sempre più, con ben 14 focolai sparsi sul territorio transalpino».



Gli abbattimenti andranno avanti, anche perché l’Italia deve dimostrare all’Europa, che per ora ha solo congelato la procedura di infrazione (si parla di alcuni miliardi di euro che il nostro Paese sarebbe costretto a pagare), di tener fede alle norme contenute nella Decisione di esecuzione Ue, mutuata nel decreto del governo, che indicano, almeno per ora, quella degli abbattimenti come unica strada percorribile per contrastare il batterio.

Il ministro alle Politiche agricole, Maurizio Martina, sta anche lavorando per aumentare i ristori ai contadini che abbattono volontariamente: si cercherà di passare da 146 a 250 euro per ogni albero sradicato. Il commissario Silletti si appresta a liquidare i primi indennizzi già da domani.
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