Xylella, gli agricoltori di Oria ricorrono al Tar per bloccare i tagli

Xylella, gli agricoltori di Oria ricorrono al Tar per bloccare i tagli
di Sonia GIOIA
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Mercoledì 25 Marzo 2015, 22:11 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 18:22

ORIA - L’ora x, x come xylella, x come condanna a morte, è arrivata. Da lunedì “si comincia a intervenire sul cordone sanitario con le prime eradicazioni” annuncia l’assessore regionale all’agricoltura Fabrizio Nardoni. Ma a quanto pare l’assessore non ha fatto i conti con una altra incognita, una battaglia giudiziaria che era nell’aria, adesso è arrivata.

Sarà depositato nella mattinata di oggi un ricorso al Tar di uno dei proprietari dei terreni infetti dal batterio-killer, esattamente uno degli uliveti in contrada Frascata ad Oria dove dovrebbero cominciare le operazioni di sradicamento degli ulivi infetti. La richiesta del ricorrente Giacomo Pesce, che oltre ad essere un piccolo imprenditore agricolo è anche un avvocato, è di sospendere con urgenza ogni ulteriore intervento sugli alberi fintanto che il contagio non venga acclarato con analisi di laboratorio e soprattutto fino a che il ministero dell’agricoltura non avrà ampliato il decreto ministeriale in materia, alla provincia di Brindisi oltre che a quella di Lecce. Per la Regione insomma, quello che doveva essere fatto in via preventiva è già stato fatto. I sopralluoghi dei forestali che sarebbero dovuto proseguire ieri, sono stati sospesi causa pioggia, gli agenti avrebbero dovuto campionare altre piante procedendo come da protocollo: ossia entro il raggio di duecento metri intorno ad ogni pianta infetta.

L’aria complessivamente presa in esame è estesa in sostanza per circa dieci ettari, entro i quali è stato marchiato a fuoco con una “x” rosso fuoco un numero imprecisato di piante, potenzialmente infette.

I campioni prelevati sono stati indirizzati allo Iam di Bari e al Basile Caramia e Francesco Gigante di Locorotondo, solo per quegli alberi le cui analisi risulteranno positive alla xylella, saranno abbattuti. Il ritardo causato dalla pioggia di ieri insomma, ha fatto slittare alla prossima settimana quello che sarebbe potuto accadere già da domani, visto che le analisi di laboratorio sono pronte nel tempo massimo di 48 ore.

Ma la tabella di marcia istituzionale non tiene conto dell’incognita. Sarà con ogni probabilità il Tar a dire quando e se le eradicazioni potranno avere il via. I giudici amministrativi sono stati interpellati dall’avvocato Pesce a meno di 24 ore di distanza dalla lettera indirizzata tanto alla Regione Puglia quanto alla Forestale, e il ricorso al Tar snocciola in sostanza gli stessi argomenti, a partire dallo stop di ogni ulteriore invasione di campo (il suo) in contrada Fascata ad Oria.

«Nella giornata di ieri il Corpo Forestale dello Stato, senza la presenza del sottoscritto, ha ispezionato il fondo e contrassegnato circa 80 alberi di olivo sospettati di essere infettati da “Xylella fastidiosa», scrive il legale, in vece del quale sul terreno c’era il fratello Guido Pesce, anch’egli avvocato. «Nessuna comunicazione ha mai ricevuto il sottoscritto in merito alla potenziale esistenza nel fondo in questione di veicoli portatori di Xyiella fastidiosa – continua il legale - sebbene in base alla determinazione del dirigente servizio agricoltura della Regione Puglia del 13 marzo 2015, occorre rendere noto ai proprietari o conduttori a qualsiasi titolo dei fondi ricadenti nella “zona di eradicazione” e nel “ focolaio di Oria” l’obbligo di eseguire le misure fitosanitarie». Vero insomma che la particella di terreno di proprietà della famiglia Pesce sembra con tutta evidenza ricadere nel perimetro della zona infetta e in quello della zona cuscinetto, ma è vero anche «che non si può procedere all’abbattimento degli alberi in assenza di risultati certi sulla infezione - sino ad ora soltanto “sospetta” – nè senza previamente disporre le misure fitosanitarie diverse dall’abbattimento e ciò in ossequio al principio di proporzionalità», scrive il legale. A quanto pare non ha ricevuto nessuna risposta. Di certo adesso gli risponderà il Tar.

Al quale Pesce chiede: di conoscere esattamente i risultati delle indagini e prove di laboratorio effettuate sul fondo di mia proprietà; di conoscere quali misure fitosanitarie debbano essere predisposte prima dell’abbattimento; di avere accesso ai verbali di ispezione del fondo del Corpo forestale dello Stato. Il ricorrente diffida la Forestale dall’effettuare un ulteriore ingresso nel fondo e dall’abbattimento degli alberi contrassegnati in attesa di conoscere i risultati delle prove di laboratorio. «Ove si dovesse stabilire l’abbattimento, si chiede di conoscere la motivazione dello stesso e gli allegati su cui si fonda, compreso il parere obbligatorio dell’Ufficio provinciale dell’agricoltura», conclude l’avvocato Pesce.