Vendola, ultimo valzer l'intesa sulle Asl: è il giorno dei manager

Vendola, ultimo valzer l'intesa sulle Asl: è il giorno dei manager
di Maddalena MONGIO'
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Domenica 21 Dicembre 2014, 23:15 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 09:59
BARI - È il giorno delle designazioni, oggi, per i manager delle Asl pugliesi. I tasselli pare proprio che siano al loro posto e, quindi, la giunta regionale darà - durante la seduta convocata per le 14 - il placet ai nuovi capitani delle aziende sanitarie. Siamo alla fine perciò di un parto – naturale e senza epidurale, quindi doloroso o quantomeno travagliato – che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, anche perché le Asl sono acefale (il management in carica è in regime di prorogatio e può agire solo per la normale amministrazione).



Un atto importante, quello della nomina dei direttori generali delle Asl, forse l’ultimo importante atto politico della giunta Vendola, prima della consultazione elettorale della prossima primavera. Nomine che per un tratto il Pd ha cercato di procrastinare spingendo per la nomina di commissari straordinari, ma sia il presidente della Regione, Nichi Vendola, che l’assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, hanno scalpitato per dare una direzione certa e stabile alle aziende sanitarie.



E allora? È stato il segretario del Pd, Michele Emiliano che, superato lo scoglio delle primarie, ha affermato a chiare lettere che la questione «riguarda il presidente Vendola». Sia quel che sia, il “Big Ben” oggi scocca il suo ultimo tocco e da quel momento i direttori generali ancora in carica e non più papabili – una norma regionale prima e statale poi, vieta l’attribuzione di incarico dirigenziale a chi è ormai in pensione (Valdo Mellone alla Asl di Lecce, Paola Ciannamea alla Asl di Brindisi, Fabrizio Scattaglia alla Asl di Taranto) – continueranno a svolgere il loro ruolo per l’ordinaria amministrazione, sino all’insediamento dei nuovi manager che dovrebbe perfezionarsi entro metà gennaio. L’ultimo tassello di questo complicato parto sarà il placet della conferenza dei sindaci che, per ogni Asl, dovrà esprimere un parere che, seppur non vincolante, è un passaggio obbligato prima dell’insediamento.



Il totonomine non ha riservato sorprese in coda, se non per un rimescolamento dei manager tra Brindisi e la Bat. Due le posizioni che graniticamente sono rimaste indenni da dubbi e non sono state avviluppate da niet perentori. Si tratta del ruolo di vertice nelle due più importanti (in ordine di grandezza e capacità di spesa) Asl: Bari e Lecce.



Nel capoluogo di regione nessun tentennamento sulla nomina di Vito Montanaro, attuale direttore amministrativo del Policlinico di Bari: «Qui non c’è partita», hanno sempre affermato i ben informati; idem a Lecce dove Ottavio Narracci, al momento direttore sanitario della Asl, ha raccolto intorno a sé un ampio consenso che gli ha permesso di mantenere la nomination senza dover prestare troppa attenzione alle eventuali ambizioni di altri.



Diverso il discorso per le Asl di Brindisi, Taranto e Bat. Il derby Brindisi-Bat è stato ricco di andirivieni, ovviamente virtuali. Se la sono giocata l’attuale direttore generale della Bat, Giovanni Gorgoni, e il direttore amministrativo della Asl di Brindisi, Stefano Rossi. Gorgoni dato per certo su Brindisi, alla fine – se non ci saranno guizzi dell’ultima ora – sarà riconfermato alla guida della Asl Bat; di contro Stefano Rossi, che sino a qualche giorno fa pareva in procinto di andare, armi e bagagli, alla Bat, viene promosso direttore generale a Brindisi. E alla fine a Taranto, al posto di comando, andrà Pietro Quinto, in arrivo dalla Asl di Matera dove ricopre l’incarico di direttore amministrativo che sarebbe scaduto a marzo del prossimo anno. La nomination di Quinto è stata altalenante e le porte erano sembrate chiudersi per il manager di lungo corso della Basilicata dopo il diktat di Vendola sulla “Puglia ai pugliesi”.



In questo andare ondivago si è proposta, più volte, l’opzione Massimo Mancini, attuale direttore amministrativo della Asl di Bari, sino al colpo di coda finale che ha portato Quinto a “emigrare” dalla Basilicata alla Puglia.

Quel che è certo? Due economisti, due avvocati e un medico guideranno le Asl, ma – miracolo delle norme – tutti dirigenti giovani, almeno per lo standard italiano, tra i 50 o poco giù di lì.