Vendola saluta la Puglia: «Non basta un uomo solo al comando, la mia esperienza di governatore bella e dolorosa»

Vendola saluta la Puglia: «Non basta un uomo solo al comando, la mia esperienza di governatore bella e dolorosa»
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Martedì 14 Aprile 2015, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 15:47

"Non funziona un uomo solo al comando: serve spirito di squadra e credo che la Puglia abbia goduto di una squadra di governo di grande livello". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e leader di Sel Nichi Vendola che oggi ha tenuto a Bari, insieme con il vicepresidente dell'esecutivo, Angela Barbanente, e tutti gli assessori della giunta, un incontro di fine mandato con i giornalisti. "Per me - ha esordito Vendola - questo decennio e' stato straordinario, un'esperienza umana straordinaria.

Questo incontro non vuole essere non un evento pubblicitario ma un momento di riflessione su 10 anni della nostra vita.

Anzitutto - ha aggiunto Vendola - voglio ringraziare la struttura tecnica. Il nostro lavoro produce risultati se accompagnato da impegno lavorativo dei dipendenti regionali e tutti loro possano sentire mio sentimento gratitudine. Abbiamo vissuto stagioni difficili su dossier complessi e se abbiamo guadagnato avanzamenti significativi lo dobbiamo a loro".

"Oltre la struttura e la squadra di governo voglio oggi citare il sistema di governo largo delle agenzie e delle partecipate. Oggi il nostro - ha detto Vendola - e' un modello, di risanamento e cambiamenti strutturali, sobrieta' nel management. E se oggi siamo globalmente a questi livelli non dobbiamo dimenticare da dove siamo partiti: dalla radiografia delle fragilita' regionali; quelle ambientali, sociali, sanitarie ed economiche. Il decennio e' servito ad agire su questi problemi". "Ma su tutto - ha detto Vendola - conta il metodo di lavoro basato sull'idea della partecipazione attiva dei cittadini sulla base della conoscenza puntuale delle cose".

"E' stata un'esperienza molto bella ma anche dolorosa. So - ha detto Vendola - che abbiamo avuto inciampi e criticita' in una regione in cui la crisi ha prodotto 800mila poveri. Ma noi abbiamo fatto la guerra alla poverta' non ai poveri". "Non penso - ha anche sottolineato Vendola - di aver strumentalizzato il mio ruolo di governatore per giovarne come leader di partito. Ho fatto il contrario. Ho provato a usare il mio ruolo di leader per raccontare la Puglia nel mondo". "Il potere ti puo' divorare l'anima, e la relazione umana e' l'antidoto - ha aggiunto - a una overdose di potere".

"Ogni giorno in questi dieci anni - ha continuato - ho cercato di comportarmi ricordando che il potere bisogna attraversarlo senza lasciarsi attraversare da lui. Bisogna stare nel potere senza essere del potere". "Quando dieci anni fa sono entrato in questo palazzo - ha ricordato - mi sono spaventato molto. Prima li vedevo da lontano e ne denunciavo le incongruenze". "Sono stato molto determinato - ha proseguito - nell'immaginare che dieci anni concludono naturalmente un ciclo. E sono grato a tutti quelli che mi hanno sopportato. La Puglia non c'era. Era un concetto geografico sulla mappa. E neanche particolarmente attrattiva per gli italiani. Invece oggi e' un brand di qualita'".

Concluso il mandato alla presidenza della Regione Puglia, "spero che cominci l'ultimo percorso della mia vita pubblica in cui intendo accompagnare Sel verso una nuova destinazione e poi spero mi sia consentito di fare un passo indietro", ha poi aggiunto Vendola. "Quelli come me non lasceranno mai la politica, che e' un modo di percepire la vita - ha aggiunto - pero' non e' obbligatorio stare nelle istituzioni o essere leader. Ci sono dei cicli e spero di tornare nella condizione di militante".

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