«Al momento sono due i casi positivi arrivati dalla Gran Bretagna negli ultimi 14 giorni» in Puglia, «entrambi i tamponi sono stati trasmessi all'Istituto zooprofilattico» per verificare se si tratta della variante riscontrata in Gb del Covid-19. Lo comunica l'assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco.
«Sono 1215 i passeggeri che negli ultimi 14 giorni sono arrivati in Puglia con voli diretti dalla Gran Bretagna e che, secondo le disposizioni nazionali, devono comunicare il loro ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione della Asl e sottoporsi a tampone», ha detto ancora Lopalco.
LEGGI ANCHE Variante virus inglese, Ricciardi: «Preoccupato per +70% contagiosità. Scuole? Non possono riaprire»
LEGGI ANCHE Variante inglese coronavirus, primo italiano positivo: atterrato a Fiumicino, isolato al Celio
L’Usmaf, attraverso Aeroporti di Puglia, ha acquisito dalle compagnie aeree gli elenchi passeggeri dei voli diretti in arrivo dalla Gran Bretagna negli ultimi 14 giorni: sono in tutto 1.215 persone, 746 hanno fatto scalo all’aeroporto di Bari e 469 all’aeroporto di Brindisi.
«L'EVOLUZIONE GENETICA VIRALE COME EVENTO NATURALE»
«L'evoluzione genetica virale, nel corso della pandemia, è un evento naturale. Ciò non implica necessariamente che le nuove varianti si associno ad un aumento della gravità della malattia o ad una riduzione dell'efficacia della vaccinazione, ma certamente è un aspetto da monitorare continuamente»: lo sostiene il direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, Antonio Fasanella, centro al quale la Regione Puglia, sin dall'inizio della pandemia Covid, ha affidato il compito di effettuare il monitoraggio genetico dei virus Sars Cov2. «I risultati di tale monitoraggio - spiega Fasanella - hanno messo in luce profonde differenze tra la prima ondata e la seconda. Dall'inizio dell'emergenza ad oggi abbiamo sequenziato quasi 200 ceppi di Sars-Cov2. La nostra regione è seconda in Italia, dopo la Lombardia, come numero di ceppi virali sequenziati, e al momento non è stato osservato alcun virus con mutazioni riferibili a quelle della variante inglese».