“Masseria mon amour”: la Puglia sbanca ancora

“Masseria mon amour”: la Puglia sbanca ancora
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Lunedì 3 Agosto 2015, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 09:34
La terra amara intorno e la dolce vita in masseria. Resta la vita rurale uno dei principali attrattori del turismo nel Sud Italia, con in testa Puglia, Campania e Basilicata.



Non solo immersione totale nella natura e mare all'orizzonte, non solo olio, vino e prodotti biologici a chilometri 0, non solo tradizione e autenticità ma anche charme, centri benessere e addirittura campi da golf. Piacciono sempre di più le vacanze in masserie, mix sapiente tra realtà contadina e di lusso al centro dell'identità locale, che nel 2015 creeranno un fatturato da 142 milioni di euro con un incremento del 3,4% sullo scorso anno. «Questa formula di ospitalità, che per il 65,1% raccoglie clientela nazionale e per il 46% è rappresentata da famiglie - afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico della società Jfc che ha svolto una ricerca sull'argomento - è fortemente caratterizzata da una gestione curata dalla stessa proprietà (89,7%). Si tratta di una clientela la cui permanenza media è pari a 3,3 notti.



È un'offerta che corre sull'onda del successo che stanno riscuotendo la Puglia e il Salento a livello internazionale, in quanto la maggior parte delle masserie italiane è localizzata in quest'area. Ma purtroppo attorno al brand “masseria” si è creato anche un mercato parallelo di residenze, agriturismi, palazzi che poco hanno a che fare con questa tipologia di ricettività e che abusano di questa definizione creando confusione nei confronti degli ospiti».



La dislocazione geografica delle masserie, costruite per la maggior parte tra il XVI e il XVIII secolo e poi ristrutturate e recuperate a partire dagli anni '90 - è concentrata appunto in Puglia ma anche in alcune zone della Campania orientale, in particolare in Irpinia e nel basso Sannio, nella Basilicata centro-orientale, soprattutto nella parte alta dell'altopiano murgese, nell'estrema Calabria settentrionale, nell'entroterra centrale della Sicilia e dell'Abruzzo e Molise.



Sul mercato italiano le principali regioni che generano presenze sono la Lombardia (19,6%), il Veneto (11,9%), la Puglia (11,6%). A seguire Lazio (10,3%), Toscana (8,8%), Campania (8,6%) e, con percentuali minori, Emilia Romagna (8,0%), Piemonte (5,8%) e Trentino Alto Adige (3,5). Sui mercati esteri - anche se è ancora basso il livello di internazionalizzazione - le principali nazioni che generano presenze per le masserie sono la Germania (24% sul totale) e la Francia (18,8%). Soggiornare in una masseria, con pernottamento e prima colazione, durante la media stagione costa mediamente 88,30 euro a persona, in camera doppia che sale a 152,80 euro - sempre come prezzo medio, per persona in camera doppia - durante l'alta stagione. Il 75,9% delle masserie segue un'apertura annuale. La maggior parte dei soggiorni si concentra nei mesi estivi con, al primo posto, agosto (24,5%) seguito, a breve distanza, da settembre (23,0%) e da luglio (22,4%). Nel mese di settembre si concentra la quota più elevata di clientela «big spender».



Chi sceglie trova spesso sul web la vacanza a propria misura, come rilevato nei giorni scorsi dalle ricerche di Google e Booking.com, che incoronavano la Puglia regina dell’estate 2015. Dopo Summer Trend di google.com che in generale conferma la Puglia fra le mete più desiderate subito dopo la Grecia, è arrivato anche booking.com. In particolare sono le località marittime ad attirare i turisti, favorite anche dalle condizioni meteorologiche particolarmente favorevoli quest'anno. Già altri motori di ricerca del turismo come tripadvisor e l'Osservatorio di hoteltrivago.it, avevano citato la regione come la più ricercata dagli italiani. Segno non solo dell'appeal della Puglia, ma anche delle trasformazioni radicali in atto nel turismo, con il web ed i colossi della prenotazione on-line al centro del mercato.
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