Fuga degli universitari: sempre più spesso gli studenti pugliesi vanno al Nord. Ecco le città preferite dai ragazzi: domina Torino

Fuga degli universitari: sempre più spesso gli studenti pugliesi vanno al Nord. Ecco le città preferite dai ragazzi: domina Torino
di Giuseppe ANDRIANI
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Lunedì 18 Dicembre 2023, 17:10 - Ultimo aggiornamento: 22:56

Partono per studiare fuori, per iscriversi all'università, talvolta tornano, altre volte no: la diaspora dei giovani del Mezzogiorno, e della Puglia in particolar modo, torna a essere un fenomeno in crescita dopo la pandemia e le limitazioni che avevano un po' frenato il trend. L'ultimo report realizzato da Talents Venture, uno degli osservatori più accreditati sull'università italiana, mette in evidenza come il numero degli studenti fuorisede - in larga parte emigrati del Sud che studiano al Centro-Nord - sia tornato a crescere negli ultimi anni. Cala, invece, il numero degli universitari che si trasferisce ma all'interno della stessa regione. Ma chi ci guadagna? E quali sono le rotte preferite dai ragazzi?

Lo studio

Lo studio di Talents Venture evidenzia che gli studenti pugliesi orientano sempre più spesso la propria scelta verso Torino. Quasi come se sotto la Mole ci fosse una "little Puglia", modello little Italy a New York. Lecce ha storicamente stabilito un forte legame con questa città del nord, con quasi 1.800 residenti attualmente iscritti in un ateneo torinese. Da parte sua, Bari sta seguendo una traiettoria simile: negli ultimi dieci anni, il numero di studenti baresi che hanno scelto Torino per la loro formazione accademica è cresciuto in modo esponenziale, passando da 372 a 1.005, un aumento del 170% (è una delle dieci rotte con il maggior incremento a livello nazionale). La colonia di leccesi a Torino è una delle 10 in Italia più popolose. Ma l'osservatorio mette in evidenza come tra le 10 rotte più "frequentate" si trovino spesso città molto vicine tra loro. Tanto per fare un esempio, ci sono 3.616 cittadini di Reggio Calabria che studiano a Messina. E quasi tremila novaresi che studiano a Milano. Si tratta, però, di rotte di prossimità. Diverso, invece, per la Lecce-Torino. E il dato fa ancor più impressione se si pensa che al di là dei torinesi, i più presenti all'ombra della Mole - tra l'università e il Politecnico, s'intende - sono proprio i salentini. Una sorta di paese nella città. E se si aggiungono i residenti a Bari che si sono spostati a Torino, si arriva a quasi 3mila ragazzi. A questi bisogna poi anche sommare coloro che arrivano dalle altre province pugliesi. A conti fatti: Torino diventa la nuova terra promessa degli universitari pugliesi. Non è un caso che persino la 18enne tarantina, campionessa del mondo di nuoto, Benedetta Pilato ha scelto di studiare Biologia in UniTo. "Questo trend non è solo una statistica, ma rappresenta un cambiamento radicale nelle dinamiche educative regionali. Studiare lontano da casa comporta una serie di sfide e opportunità, sia per gli studenti che per le regioni di partenza e di destinazione. Questo fenomeno assume una rilevanza critica considerando il contesto demografico della Puglia - spiega Pier Giorgio Bianchi, ceo e co-fondatore di Talents Venture -. La regione, già colpita da un declino demografico, si trova di fronte a una fuga di cervelli che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione. Questa migrazione accademica solleva interrogativi cruciali sulla capacità degli atenei pugliesi di trattenere e attrarre talenti. Di fronte a questa realtà, è fondamentale che le università pugliesi riflettano su questa tendenza e agiscano per invertire il corso. È il momento di investire in strategie innovative per rafforzare l'attrattività e la competitività dell'offerta formativa regionale. Solo attraverso un impegno concreto per mantenere i talenti locali e attrarre nuovi studenti, la Puglia potrà aspirare a una crescita e uno sviluppo sostenibile e inclusivo".
La situazione si presta a un'interpretazione difficilmente equivoca: si torna a partire per motivi di studio, anzi lo si fa sempre con maggior insistenza.

Ma ci guadagnano sempre le città del Nord. Bari in 10 anni ha perso quasi 4mila fuorisede: è una delle frenate più brusche tra le città italiane. Svimez appena qualche giorno fa segnalava come in 19 anni il Sud ha perso 1,1 milioni di residenti, di cui 263mila laureati, tutti finiti al Centro-Nord. Talents Venture aveva già lanciato un alert dal proprio punto di vista privilegiato di osservazione: tra calo demografico ed emigrazione alcuni piccoli atenei del Sud rischiano di chiudere nel giro di un paio di decenni. A proposito, secondo le proiezioni nel 2040 il numero dei giovani pugliesi in età di università calerà del 31%. E da più parti arriva la sollecitazione nell'invertire la tendenza dell'emigrazione. Probabilmente basterebbe fare una passeggiata nei corridoi degli atenei di Torino e provare a parlare in dialetto. Qualcuno capirà.

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