Trivelle, altri via libera in Puglia

Trivelle, altri via libera in Puglia
3 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Ottobre 2015, 23:41 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 20:35
Nonostante il percorso per i referendum abrogativi avviato dalle Regioni, le politiche energetiche del governo non arretrano di un passo e lo scorso 13 ottobre il ministero dell’Ambiente ha rilasciato il parere favorevole alla Valutazione d’impatto ambientale per due nuove attività di ricerca di idrocarburi nel mare Jonio.



Si tratta di due istanze presentate da Shell (la d73 F.RSH e la d74 F.R- SH) per due aree che si trovano al largo delle coste lucane, a poche miglia da Policoro ma anche di fronte alle acque pugliesi, tra gli specchi d’acqua di Taranto, Porto Cesareo e Nardò, ovvero il tratto dove si trova la maggiore concentrazione di cetacei e anche l’area marina protetta di Porto Cesareo, tra le poche già istituite in Puglia.



Sul fronte calabrese invece le aree si trovano in corrispondenza di Rossano Calabro.

Forte anche della revisione del Titolo V, votato in Senato la scorsa settimana, il governo Renzi ha dunque deciso di ignorare del tutto la sensibilità ecologista dimostrata dai territori che hanno anche fondato un coordinamento delle regioni no-triv in cui in sei, tra cui la Puglia, hanno richiesto al governo una moratoria sulle attività di ricerca di idrocarburi in mare, considerate pericolose e antistoriche.



In particolare, poi, proprio la scorsa estate i governatori di Puglia, Calbaria e Basilicata avevano rivolto al Mise un appello a non autorizzare ricerche lungo l’arco jonico e durante un incontro con la sottosegretaria Simona Vicari avevano chiesto un confronto con il governo sulla vicenda. Quell’incontro si sarebbe dovuto ripetere dopo una settimana ma i governatori hanno atteso invano.



I commenti sulla vicenda non si fanno attendere: «I due via libera alla Shell sono uno schiaffo in faccia alle comunità che hanno chiesto di essere ascoltate. Così il governo si lascia sfuggire un’occasione utile per una pausa di riflessione e per riaprire il dialogo con i territori», è il commento del senatore di Sel Dario Stefàno, che sottolinea la completa indifferenza del governo alle istanze delle regioni interessate.



«La richiesta di 6 referendum abrogativi a iniziativa di metà dei Consigli Regionali d’Italia non sembra riuscire a fermare l’idea di imporre politiche industriali ed energetiche concepite centralmente e imposte a dispetto dei pareri dei territori. Non riesco a capire - conclude Stefàno - il silenzio del Governo dopo l’iniziativa notriv da parte delle assemblee regionali e la conseguente improvvisa accelerazione. Non capisco e non lo capiscono nemmeno i cittadini».



Il Movimento 5 Stelle non perde l’occasione invece per attaccare Michele Emiliano, reo di appartenere allo stesso partito del premier di cui (anche) la Puglia subisce le scelte unilaterali in materia energetica.



«Mentre la nostra regione aderisce al referendum abrogativo, Renzi rilascia due nuove autorizzazioni di ricerca idrocarburi nel Mar Ionio, ignorando totalmente la volontà delle Regioni e dei cittadini – dichiara la consigliera regionale del M5s Viviana Guarini - nel Partito Democratico di democratico è rimasto ormai soltanto il nome. Il Pd si configura ancora una volta come un partito schizofrenico – prosegue la consigliera pentastellata - Emiliano dovrebbe ricordare a se stesso e ai cittadini che al governo c’è il suo partito ed è per lui arrivato già da tempo il momento di scegliere da che parte stare: se vuole continuare a militare nel Pd o se vuole dare finalmente un segno di coerenza e serietà abbandonando un partito che sta consentendo la distruzione della nostra terra e del nostro mare».



Sempre dal Movimento 5 Stelle, il consigliere Gianluca Bozzetti aggiunge: «Come immaginavamo, purtroppo, vengono disattese le promesse fatte in campagna elettorale. Ieri xylella, oggi trivelle e domani? Ci chiediamo, a questo punto, se anche quest’anno la Puglia potrà ancora essere definita la Regione più bella del mondo. Noi cercheremo di difendere questo primato con le unghie, consci, ormai, di dover lottare anche contro l'inerzia di chi ci governa». A. Lu.