La battaglia di Quotidiano
Sud Est, insediato il Cda. I tecnici già alle prese col bilancio dell’azienda

La battaglia di Quotidiano Sud Est, insediato il Cda. I tecnici già alle prese col bilancio dell’azienda
di Alessandra Lupo
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Giovedì 26 Novembre 2015, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 09:55

Com’era prevedibile saranno i conti la prima preoccupazione del nuovo Cda di Ferrovie Sud Est che ieri si è formalmente insediato alla guida dell’azienda, dopo la rimozione dell’amministratore unico Luigi Fiorillo, decisa martedì scorso dal ministero dei Trasporti, proprietario della società.



La triade, presieduta dal manager bocconiano Andrea Viero, di cui fanno parte il funzionario del ministero dei Trasporti Angelo Mautone e l’avvocato barese Domenico Mariani, si prenderà alcuni giorni per passare al setaccio il bilancio dell’azienda, approvato lo scorso 30 luglio, con 242 milioni di debito ma anche svariati milioni di crediti nei confronti della Regione Puglia e dello stesso ministero, di cui bisognerà capire la reale esigibilità. L’obiettivo del nuovo management, scelto dal governo per imprimere una svolta decisiva all’azienda di trasporto pubblico pugliese, è comprendere la reale entità del buco della società ferroviaria, anche in vista della parziale ricapitalizzazione che il ministero sarebbe orientato a operare per permettere al servizio di uscire dalla semi paralisi in cui si trova, proprio per l’assenza di liquidità.

Sulla questione nelle settimane passate sono arrivati anche diversi imput politici, in primis quello della Regione Puglia, che aveva quantificato il fabbisogno economico di Fse in 50 milioni di euro, necessari per «dare una boccata d’aria all’azienda e ai suoi fornitori». Nonostante la riunione di ieri pomeriggio, in ogni caso, non sono state ancora attribuite le deleghe ai consiglieri, anche se la carica di amministratore delegato è quasi certo che andrà a Domenico Mariani, unico membro pugliese del gruppo e, anche stando al profilo, il più adatto a ricoprire il ruolo di braccio operativo della società, non ultimo nei suoi rapporti con il cliente unico, la Regione Puglia che ogni anno paga all’azienda i 123 milioni di euro pattuiti nel contratto di servizio, in piedi fino al 2018.

Per ora l’ente guidato da Michele Emiliano ha deciso di mantenere le distanze dalla gestione, declinando formalmente anche la richiesta di indicare un nome di fiducia, al netto della nota vicinanza politica con Mariani che a Bari ha ricoperto il ruolo di presidente dell’Amgas proprio durante il governo cittadino dell’ex magistrato. Tuttavia la Regione ha ben chiara la necessità di non accollarsi le responsabilità dell’attuale gestione del servizio né ovviamente del debito di Fse. La Puglia sarebbe invece disposta a subentrare nella gestione se l’azienda tornasse coi conti in ordine. Della questione si è parlato a più riprese, fino a sfiorarla durante il governo regionale di Nichi Vendola, ma l’indisponibilità di Sud Est a sottoporsi a un due diligence approfondita fece sfumare l’affare. Lo scenario attuale quindi potrebbe facilitare il tutto. E non è escluso che sulla questione si trovi una quadratura che permetta di trovare lo strumento adeguato per rendere la società regionale. Un’idea che già circola in ambienti parlamentari ma che per concretizzarsi non può prescindere dalla sponda regionale.

Il passaggio permetterebbe alla Puglia di intervenire con proprie risorse anche all’acquisto di nuovi mezzi, in particolare destinati al trasporto su gomma, opzione paventata dall’assessorato ai Trasporti per dare una risposta alla richiesta di maggiore efficienza del trasporto in arrivo dall’utenza.

Il passaggio cruciale, in ogni caso, resta per ora quello della ricapitalizzazione, che dovrebbe arrivare a giorni nel maxi emendamento alla Legge di Stabilità. Per questo il lavoro del Cda dovrà essere preciso e veloce, permettendo al governo di avere le idee chiare. Intanto sulla nuova squadra piovono le prime critiche: il deputato M5S Diego De Lorenzis membro della Commissione Trasporti alla Camera ritiene che «non solo si è continuato a procedere con i metodi della vecchia politica: nomine a porte chiuse di figure chiave per enti e organismi fondamentali nella vita pubblica, ma si sceglie anche una persona condannata dalla Corte dei Conti per gestire una società che ha già un buco in bilancio di 240 milioni di euro e che svolge un servizio fondamentale per tutti i cittadini pugliesi. Chiediamo all’azienda la pubblicazione immediata di tutti i bilanci per gli anni pregressi - prosegue De Lorenzis - informazioni riguardanti il numero di dirigenti e personale amministrativo rispetto al numero di assunti del personale tecnico e viaggiante, ammontare di spese in consulenze e in premi produzione, entità degli stipendi e delle buone uscite dei dirigenti e delle posizioni apicali».

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