Tap, sindaci a Roma con Emiliano
Gentiloni: «Opera necessaria»

Tap, sindaci a Roma con Emiliano Gentiloni: «Opera necessaria»
di Mauro BORTONE
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Giovedì 11 Maggio 2017, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 22:19
ROMA - «Di fronte alle polemiche in Puglia capisco le esigenze locali, non si possono ignorare le ragioni territoriali ma c'è una questione strategica di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico di cui tenere conto». Lo ha detto il presidente del consiglio Paolo Gentiloni in risposta alla protesta No Tap che si è tenuta di fronte a Montecitorio, dove sindaci e attivisti no Tap hanno manifestato a Roma contro la realizzazione del gasdotto.
I sindaci salentini insieme a Michele Emiliano portano a Roma la protesta contro Tap: prima un sit-in all’esterno di Palazzo Chigi, alla presenza del governatore pugliese, dei rappresentanti istituzionali di 94 comuni, dell’oncologo Giuseppe Serravezza e di parlamentari locali (di Articolo 1-MdP, Sinistra Italiana e Movimento Cinque Stelle), per chiedere al governo Gentiloni un incontro e un passo indietro sull’infrastruttura che dovrebbe approdare a San Foca, poi il confronto coi rappresentanti dell’esecutivo.
La delegazione “No Tap” è stata ricevuta, infatti, ricevuta nel pomeriggio  dai funzionari e dal segretario generale di Palazzo Chigi, vista l’assenza del premier impegnato ad un evento a Milano, dopo una manifestazione di circa un’ora fuori dalla sede del governo: nell’incontro, richiesto e a lungo atteso, i sindaci, capeggiati dal primo cittadino di Melendugno, Marco Potì, hanno rappresentato la posizione del territorio, contrario all’opera, quella del governatore disponibile alla valutazione di un approdo alternativo, e quella della Lilt Lecce e di Serravezza sulla necessità di non sovraccaricare il Salento di impatti ed emissioni nocive.
Due le richieste formulate: che il governo risponda alla lettera del 4 aprile scorso, scritta dai 94 sindaci salentini “No Tap”, e che valuti la convocazione di un tavolo politico che discuta tutte le opzioni possibili, compreso che il gasdotto non venga realizzato. In quella sede, è stata precisata la fermezza di un territorio nel voler contrastare Tap e nel non cambiare opinione nemmeno dinanzi a proposte di compensazione.
I funzionari hanno registrato le posizioni e i contributi espressi dai sindaci, prendendo l’impegno di sottoporre il tutto al Governo. Al termine dell’incontro, la sensazione è stata quella di una prudente soddisfazione.
Potì, ringraziando la presidenza del consiglio per aver ricevuto e ascoltato la rappresentanza istituzionale salentina: “Abbiamo ribadito l’assoluta contrarietà del territorio al gasdotto e al progetto Tap che è quello autorizzato e abbiamo espresso insieme quali sono le decine di impatti negativi che quest’opera comporta, dagli ulivi alla centrale in mezzo a ventimila abitanti, alla spiaggia, alla posidonia, all’economia, all’inquinamento: molti di noi ritengono Tap né utile né strategica ma solo impattante”.
 

«Qui ci sono 90 sindaci del Salento, la richiesta di un incontro non è solo del presidente della Regione ma di tutti i sindaci. Ci auguriamo che la nostra moderazione siano di stimolo per la presidenza dei ministri». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che questo pomeriggio ha partecipato al presidio di protesta dei sindaci del Salento contro la Tap. «Un incontro che consentirebbe a tutti di comprendere fino in fondo le ragioni di chi si oppone alla Tap - ha aggiunto -. Veniamo spesso definiti come quelli della sindrome del no, ma non è così perchè i sindaci del Salento hanno fatto una proposta di delocalizzazione dell'approdo più a nord, nell'area industriale, grazie al sindaco di Squinzano, in cambio della decarbonizzazione della centrale dell'Enel. Quindi è una comunità pensante, non radicale ma che cerca la mediazione. Tutti farebbero a meno di una acciaieria, di un gasdotto o di una centrale elettrica ma è evidente che quando una comunità ti fa una proposta alternativa e non è una questione di principio esclusivamente mia».
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