Soprintendenza unica: Roma conferma Lecce, archeologi in due sedi

Soprintendenza unica: Roma conferma Lecce, archeologi in due sedi
di Ilaria Marinaci
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Gennaio 2016, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 10:22
«La sede legale della nuova Soprintendenza unica sarà a Lecce. Una scelta obbligata dato che, se si fosse individuata Taranto, ne sarebbe uscito un quadro squilibrato». Il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini ha preso carta e penna e ha risposto sulla querelle Lecce-Taranto, innescata dalla notizia della riforma delle Soprintendenze – contenuta in quella più generale di riorganizzazione del Ministero – che prevede l’accorpamento degli uffici statali periferici, senza più distinzione fra Belle Arti e Paesaggio da una parte e Archeologia dall’altra.

La sede centrale per la Soprintendenza Unica delle province di Lecce, Taranto e Brindisi sarà il capoluogo salentino e questo ha provocato cinque giorni di vivaci proteste in quello ionico, dove si è temuto che venisse interamente smantellato l’ufficio della Soprintendenza Archeologica della Puglia, ospitato nell’ex convento di San Domenico praticamente da sempre. Ma, sotto questo profilo, Franceschini ha rassicurato i tarantini. «La città manterrà comunque – ha chiarito – una sede operativa della Soprintendenza, i cui funzionari archeologi potranno ovviamente lavorare in stretto dialogo con il Marta, il Museo Archeologico».

Questo significa, in sostanza, che a fare le valigie potrebbe essere solo il soprintendente tarantino e i membri del suo ufficio. Tutti gli altri funzionari, la mole di documenti, i materiali recuperati resteranno a Taranto. La precisazione, ovviamente, coinvolge anche Lecce: non bisognerà, infatti, cercare spazi più ampi per ospitare persone e cose ora in forza a Taranto. Saranno sufficienti quelli dell’ex Ospedale Santo Spirito, in via Galateo, che già ospitano la Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio e, appena sarà restaurata l’ala destinata a loro, anche chi oggi lavora nel centro operativo archeologico di via de Jacobis. Un trasloco, in verità, già previsto da tempo, che questa riforma presumibilmente contribuirà ad accelerare.

Se, quindi, la questione della sede fisica parrebbe risolta, si aprirà presto il fronte relativo a chi occuperà il ruolo di capo della nuova maxi-soprintendenza. Ora, il Soprintendente archeologo per la Puglia è Luigi La Rocca, napoletano, classe 1967, riconfermato alla guida della cabina di regia tarantina nel 2015, mentre la Soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici per le provincie di Lecce, Brindisi e Taranto è l’architetto Maria Piccarreta, romana, classe 1968, già direttrice di Castel Sant’Angelo. Fra loro due, presumibilmente, si giocherà la partita della nomina a responsabile unico, ma, secondo alcune indiscrezioni, il Ministero parrebbe intenzionato a puntare su La Rocca.

Se così fosse, un archeologo a capo della Soprintendenza unica placherebbe i timori manifestati nei giorni scorsi proprio dagli archeologi? Il primo a lanciare l’allarme è stato Francesco D’Andria, professore emerito dell’Università del Salento. Secondo lui, con questa riforma, «non si supererà la burocrazia, ma si metterà in pericolo la tutela perché mancheranno i tecnici». Franceschini, però, nella sua lettera, rassicura anche per quanto riguarda questo aspetto. «Il nuovo assetto non indebolirà minimamente l’azione di tutela. A cambiare è l’organizzazione territoriale del Ministero, che è stata ridisegnata, in tutta Italia, tenendo conto del numero di abitanti, della consistenza del patrimonio culturale, della dimensione dei territori e della presenza di altri uffici dirigenziali su una stessa area». Non resta, quindi, che attendere decreto e nomine ufficiali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA