Scuola, dopo "la notte delle mail", al nord un migliaio di prof pugliesi

Scuola, dopo "la notte delle mail", al nord un migliaio di prof pugliesi
di Maddalena MONGIÒ
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Mercoledì 2 Settembre 2015, 23:08 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 09:14
Prima del Piano straordinario di assunzione dei precari c’era la notte prima degli esami, ora rimarrà - negli annali dei ricordi legati alla scuola - la notte prima delle mail. E proprio come accade per la notte prima degli esami, ma con un carico di responsabilità certamente maggiore di quello che sopporta un ragazzo di 18 o 19 anni, i prof in trepidante attesa avevano ieri il batticuore come accade ai maturandi.



A mezzanotte e un minuto, tra martedì e mercoledì, sul sito del Miur (Ministero dell’Istruzione dell’Università della Ricerca), è stato pubblicato l’elenco del “prendere o lasciare” per i docenti della fase B. Tanti tra i 7.827 docenti pugliesi (6.040 per i posti cosiddetti comuni, 1.787 per le cattedre di sostegno), che hanno fatto domanda di immissione in ruolo, si sono collegati al sito correndo alla verifica, cioè quale fosse la sede di destinazione.



Da quel momento sono stati “dolori”. Chi da Venezia si ritrova a Roma, chi da Lecce deve fare le valigie per Venezia, chi da Taranto va in Abruzzo. Ad essere “felici” le società di trasporto aereo e Trenitalia, per nulla i prof costretti ad “emigrare”.

E che sia il Sud a pagare il prezzo più grande lo ha certificato la ministra Stefania Giannini: «Il grosso dei trasferimenti sarà dalla Sicilia verso il Nord, soprattutto in Lombardia, e dalla Campania non solo verso il Settentrione ma anche nel Lazio, polo attrattivo Roma e dintorni».



Un migliaio, invece, i prof pugliesi che andranno al Nord (le prime stime parlavano di duemila). Su 82.423 domande il sistema informativo ha selezionato 16.210 prof a cui è stata fatta la proposta di nomina per le immissioni in ruolo per l’anno scolastico che sta per iniziare. La convocazione per la firma del contratto sarà fatta tra il 12 e il 14 settembre (il momento ultimo per accettare o rifiutare scade a mezzanotte dell'11 settembre, mentre la conclusione della fase B è fissata per il 15 settembre). Per la rinuncia basta un clic, ma quel semplice gesto equivale alla cancellazione dalle Graduatorie a Esaurimento e dalle Graduatorie di Merito.



«Speravamo che questa grande immissione in ruolo curasse la malattia del precariato nella scuola - afferma Elena La Gioia, 55 anni, docente del Liceo artistico di Taranto, presidente del Comitato insegnanti precari - e ci siamo riusciti: non per scelta politica, ma per atto dovuto. Questo Piano è la diretta conseguenza della sentenza della Corte di Giustizia europea che ha stabilito come la reiterazioni dei contratti a tempo determinato, per un periodo superiore ai tre anni, è un reato. Ora speriamo che le graduatorie rimangano in piedi per tutti quei docenti che non hanno fatto domanda di assunzione e per chi, eventualmente, dovesse rifiutare di andare ad insegnare fuori regione».



E questo è uno dei punti più dolenti di tutta l’operazione. Le immissioni in ruolo sono su base nazionale e, perciò, le regioni non possono occupare le cattedre con i loro insegnanti. Tutto calcolato dal sistema informatico che ha funzionato come fosse la ruota di una gigantesca lotteria. La legge parla chiaro e le graduatorie andranno a farsi benedire ma La Gioia spera perché: «Le politiche della scuola hanno insegnato che alla fine si deroga alla norma e quindi andrà trovata una soluzione per i ventimila colleghi che sono rimasti fuori».



Quindi? «Tutte queste incertezze peseranno sull’inizio della scuola e sul nuovo anno scolastico che sarà, ne sono convinta, complicato. Tutto il carosello normativo ha portato, non solo ora, a una guerra tra poveri».



La ministra Stefania Giannini ha presentato oggi i numeri di questa fase e, dal suo punto di vista, i trasferimenti saranno in numero contenuto. «Alla fine del Piano di assunzioni - ha dichiarato - la mobilità oscillerà tra il 10 e il 15 per cento». Per rafforzare l’idea che il “danno” sia contenuto, la ministra ha fatto un parallelo tra i settemila che dovranno “emigrare” e i 7.700 che dal Sud hanno chiesto il trasferimento al Nord, lo scorso anno.