Nuovi orari per i medici: rischio caos negli ospedali. Vertice a Bari con i capi delle Asl, la Regione prende tempo

Nuovi orari per i medici: rischio caos negli ospedali. Vertice a Bari con i capi delle Asl, la Regione prende tempo
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Mercoledì 25 Novembre 2015, 17:13

Cronaca di una slavina annunciata. Parafrasando il capolavoro di Gabriel García Márquez si ha la perfetta sintesi di quanto sta accadendo in queste ore nella sanità pugliese. Da oggi è in vigore la norma europea che obbliga a organizzare i turni di lavoro dei medici ospedalieri contemplando un turno di riposo di undici ore nell’arco delle 24 ore, ma la carenza di personale rende difficile il rispetto della norma. Ieri, vigilia dell’applicazione della norma europea, la Regione ha convocato i direttori generali delle Asl pugliesi per raccogliere le loro proposte organizzative e prendere atto delle criticità.

E, al netto dei distinguo e delle inevitabili differenze territoriali, dai direttori generali è arrivata la richiesta di portare a compimento la riorganizzazione della rete ospedaliera e di qualche assunzione per i servizi maggiormente in affanno: rete dell’emergenza-urgenza, anestesia, radiologia che soffrono di carenze storiche di personale.

Ma nella serata di ieri è arrivata, dal direttore del Dipartimento della Salute, Giovanni Gorgoni, ai direttori generali, una direttiva che consente ai manager di fare eventuali accorpamenti per ottimizzare le risorse umane, ma non chiusure o disattivazione di servizi. Questo vuol dire che nei casi di chiusure (vedi quella prevista dei pronto soccorso di Grottaglie e del Moscati di Statte) si rimane a bocce ferme, almeno per altri dieci giorni. Perché? Semplice Gorgoni ha garantito ai numero uno delle Asl, che entro dieci giorni riceveranno la rivisitazione della rete ospedaliera.

In sintesi di metterà mano a quella famosa riorganizzazione che, stando ai rumors, non sarà indolore. Questo lo stato dell’arte, insomma.

E i sindacati sono sul piede di guerra pronti a segnalare le eventuali infrazioni che dovessero verificarsi nei reparti ospedalieri. E non solo. I segretari regionali di: Uil Fpl (Giuseppe Vatinno), Fp Cgil (Biagio d’Alberto), Cisl Fp (Enzo Lezzi), ieri hanno inviato una missiva a Michele Emiliano e a Giovanni Gorgoni per lamentare il ritardo con cui la Regione sta affrontando la questione e chiedere di «condividere un’idea comune di organizzazione, ma nel contempo è fondamentale che tutte le scelte che si verificheranno nelle Asl trovino il rispetto delle norme giuridiche e contrattuali e garantiscano il pieno coinvolgimento delle organizzazioni sindacali».

Poi la sottolineatura: «Il problema, anche se conosciuto, non è stato affrontato per tempo, ed oggi si registra un panico generalizzato Il quadro che si registra nelle Asl, al momento, è di una grande confusione, con comportamenti diversi tra singole Asl. La mancanza di risorse umane, forse costringerà ad alcuni accorpamenti o chiusure, ma non si intravvede una idea organizzativa che riesca a far fronte al problema». Questo il fotofinish dal fronte sindacale che si mostra compatto sulla questione visto che anche la Fials regionale ha chiesto un incontro a Emiliano per affrontare i problemi legati all’applicazione della norma. E i sindacati, a quanto pare sono stati ascoltati, visto che la Regione si dice pronta a mettere mano alla materia entro dieci giorni.

Certo è che negli incontri, tu per tu, tra i tecnici dell’assessorato e i direttori generali delle Asl pugliesi (non era presente Gorgoni) sono emerse le criticità e le fragilità portate, impietosamente, a galla dalla norma.

Bari chiede 180 medici, Brindisi 150, Lecce non ha fatto un calcolo delle carenze perché aveva ben chiaro che si sarebbe andati, in tempi stretti agli accorpamenti, Taranto ha rimodulato l’organizzazione del lavoro utilizzando turni da otto ore e la guardia interdivisionale, ma dopo lo stop alle chiusure dei pronto soccorso di Grottaglie e del Moscati di Statte i conti potrebbero non tornargli perfettamente.

Ma per la Regione, l’applicazione della norma, è un’opportunità per far digerire ai territori quel che altrimenti sarebbe indigeribile: ossia i temuti accorpamenti. Ma sarà difficile che prima della riorganizzazione della rete ospedaliera le Asl possano rispettare la norma in pieno. Quindi? Quando accadrà ci saranno medici meno stressati perché non sottoposti a turni massacranti di lavoro, grazie alle norme europee che in altri Paesi sono in vigore dal 2003: meglio tardi che mai.

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