L’equilibrio è garantito e il dispositivo non ammette sbavature ma il segnale c’è e il Rubicone è ugualmente alle spalle. Francesco Boccia è a Roma ma, da venerdì – al suo ritorno dalla Capitale - il mandato da commissario “ad acta” del Pd pugliese entrerà nel vivo. In primis, perché nel fine settimana è prevista una full immersion di incontri, da quello con il governatore a quelli con gruppo regionale, parlamentari, amministratori locali e segretari delle federazioni.
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Amati: «Finisce la soggezione del Pd per Emiliano»
«A prescindere dalle finzioni dialettiche, giudico con favore la nomina di Boccia a commissario regionale, come difatti è. Finisce l’esperienza di Lacarra e, spero, anche la soggezione del Pd nei confronti di Michele Emiliano», mette in chiaro Fabiano Amati. Tradotto, vuol dire «un Pd regionale raccordato con quello nazionale sui grandi temi, come l’energia, ma anche gestione delle amministrative, con un partito che non va a litigare con il Pd locale, preferendo liste che mettono a dimora i “girovaghi della politica”.
Lo spazio di manovra
Tecnicamente, lo spazio di manovra a disposizione del deputato biscegliese è quello messo nero su bianco dalla lettera firmata da Enrico Letta, con la nomina «per la celebrazione dei congressi per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea regionale, dei Segretari e delle Assemblee provinciali e dei Segretari e Direttivi di Circolo, con il compito di gestire la fase del tesseramento per l’anno in corso, nonché di avviare il percorso che consenta l’indizione dei congressi entro e non oltre l’estate 2022». Fin qui la road map segnata dal Nazareno, che precisa anche i compiti – tra gli altri - relativi alla «trasmissione alla tesoreria nazionale dell’anagrafe degli eletti aggiornata» e alla mappatura degli stessi circoli. «Marco Lacarra rimane segretario regionale del partito sino al congresso e questo rende merito a quest’ultimo del grande lavoro che ha svolto durante il suo mandato», ha blindato le chiavi lo stesso Emiliano, nella nota di auguri. In politica, in compenso, valgono anche i messaggi e non solo i passaggi formali.
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Il comitato
Ad esempio, spiega qualcuno, l’aver inviato il responsabile enti locali della segreteria nazionale e l’avergli messo accanto un comitato di big: il numero due della Giunta di lungomare Nazario Sauro, Raffaele Piemontese, ma anche la presidente della massima assise, Loredana Capone, e il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro. Insomma: quanto basta per farne più di una semplice safety car. E così, c’è chi guarda già oltre: «La forzatura di eleggere un segretario, senza una proposta condivisa e un progetto politico, si è rivelata tale. È evidente che il prossimo congresso, tanto più dopo gli stop e go ai quali abbiamo assistito, sarà unitario oppure non sarà», si spinge ad ipotizzare scenari il tarantino Michele Mazzarano.
Bordo: «Si rasserenerà il clima politico»
Stesso percorso che immagina il manfredoniano Michele Bordo: «L’autorevolezza e l’equilibrio di Francesco e dei componenti del comitato aiuteranno a rasserenare il clima politico interno e ad avviare finalmente una fase di rigenerazione del partito. Il lavoro che faranno nei prossimi mesi sarà decisivo. D’altronde, fui tra i primi a chiedere, vista la delicatezza e la difficoltà della fase politica, che il governo del partito venisse affidato ad un coordinamento», plaude l’onorevole di Capitanata, ribadendo come «i problemi delle ultime settimane nei comuni in cui si vota, a partire dal ruolo del Pd e dal suo rapporto con il civismo», dimostrino che «avevamo ragione a chiedere chiarezza sulla linea politica per evitare confusione ed incertezza». Le urne non hanno ancora una data ma saranno il primo banco di prova della “nuova gestione”.
Come Barletta, divenuta epicentro della disfida interna, con la scomunica - da parte del coordinatore nazionale della segreteria – delle intese appena formalizzate, alla presenza di Michele Emiliano: Pd e civici ma senza Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle. Si discute sul da farsi. E, da Galatina a Molfetta, potrebbe aprirsi più di un fronte. Sarà il “commissario ad acta” a scegliere la linea dura? Ancora presto per dirlo ma il Rubicone è passato, appunto.