È un jolly pescato nelle scorse settimane, a fari spenti e col massimo riserbo. Dapprima un timido sondaggio, poi una cauta disponibilità incassata e per ora conservata in ghiacciaia, da sfoderare al momento opportuno. È, almeno in premessa e in teoria, un candidato che piace a tutti, per curriculum e profilo: a Forza Italia (anche se per i fittiani restano in pole le primarie) e a Ncd, a Roma e a Bari. Antonio Nunziante sbuca dal pacchetto di mischia del centrodestra e potrebbe essere la carta a sorpresa di un mazzo in continuo rimescolamento verso le elezioni regionali: prefetto di Bari, 64 anni, rispecchia l’identikit del candidato idealmente piazzato sul crocevia tra società civile, spirito di servizio, curriculum senza ombre e allo stesso tempo consolidata familiarità con i palazzi istituzionali. Una delle suggestioni per uscire dall’empasse, qualora le trattative nazionali non dovessero concedere il via libera alle primarie ostinatamente inseguite da Fitto&co.
La scelta del candidato governatore del centrodestra è del resto partita che ora si disputa tutta a Roma: lì dove, cioè, le primarie sono percepite come un fastidioso intralcio, oltre che come una pericolosa medaglia sul petto di Fitto.
Quello di Antonio Nunziante è un nome “diffuso”. Senza, cioè, una genesi facilmente tracciabile. Di certo a Roma ha più di qualche sponsor, così come a Bari. Gradito al quartier generale forzista, uomo del Viminale (dove è di stanza Angelino Alfano), non dispiace affatto nemmeno a Fitto. Che naturalmente non deraglia dal binario delle primarie, metodo che sarà sbandierato con un certo vigore anche oggi e domani, nel tour pugliese del leader della minoranza forzista. La strategia fittiana è nota: le primarie sono l’ariete per far saltare gli equilibri, rianimare la coalizione, entusiasmare la base e selezionare così il miglior candidato. Ma Ncd (che formalmente sostiene Schittulli) e tutti gli altri partiti regionali del centrodestra hanno già bocciato le primarie, per ragioni di tempistica.
La battaglia nazionale. Una partita che si lega a doppio filo alla battaglia nazionale dell’ex ministro di Maglie: accollarsi la responsabilità del verdetto elettorale in Puglia solo se il candidato sarà frutto delle primarie, «altrimenti - è il ragionamento - le boccino pure a Roma e scelgano loro il nome che preferiscono. Il giorno dopo sarà quello il mio candidato, ma si sognino poi di intestarmi un’eventuale sconfitta», come magari vorrebbero per impallinarlo e indebolirlo. Anzi: in caso di terzo flop consecutivo alle regionali pugliesi, sarà Fitto a puntare l’indice contro Berlusconi e i suoi. Nunziante non sarebbe comunque spendibile per le primarie di coalizione, perché in quel caso la rosa di candidati sarebbe di altro taglio: lo stesso Schittulli, e poi il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Marmo, i sindaci Emilio Romani e Nicola Giorgino (tutti e tre forzisti), il direttore di TgNorba Enzo Magistà, il leader dei “Popolari per l’Italia” Mario Mauro.
Il tour. Questo weekend sarà di semina per Fitto, intanto: un tour regionale per rilanciare le primarie. Iniziative in batteria durante le quali l’eurodeputato forzista ribadirà la sua sfida ai “filorenziani azzurri” su Italicum e assetto del partito. Oggi pomeriggio sarà a Brindisi, mentre domattina gran finale nella sua Maglie, al cinema Moderno: a partire dalle 10 start all’iniziativa “Proposte+idee=alternativa”, spaziando dalla Legge di stabilità al rinnovamento del partito azzurro. «Questo è un momento di difficoltà per Forza Italia - ha incalzato ieri - un momento che anche le vicende di questi giorni, a partire da Roma, non migliorano». «È necessario aprire un dibattito al nostro interno, per capire le difficoltà che il nostro partito sta vivendo». E soprattutto: «Ci sono due metodi in campo. Io sostengo quella delle primarie per la scelta del candidato in Puglia e, seppure i tempi sono ristretti, ci sono le condizioni per celebrarle».